L'inasprimento della politica
monetaria - si legge nel Rapporto dell'istituto statistico - ha
provocato, dal 2022 e per tutto il 2023, "un diffuso
peggioramento delle condizioni di finanziamento per le imprese
manifatturiere (a fine 2023 la quota di chi lo segnalava era
cinque volte più elevata rispetto al periodo 2015-2019), in
particolare a causa dell'aumento dei tassi d'interesse, che ha
aumentato anche i casi di 'domanda scoraggiata': a fine 2023
quest'ultima spiegava oltre la metà dei casi di mancato
ottenimento del credito. Il peggioramento ha riguardato tutte le
classi dimensionali e, tra i comparti produttivi, è stato più
sentito nella stampa, nel coke e raffinazione e nel sistema
moda".
A differenza della manifattura, nel 2023 nel terziario
l'indice del fatturato (+3,9%) è aumentato in tutti i settori,
con dinamiche diverse: in rallentamento nei servizi legati al
turismo (+14,2% per alloggio e ristorazione, +3,3% per agenzie
viaggio, stabile nelle attività professionali (+6,0%), più
debole per commercio all'ingrosso (+3,3%, nonostante il +22,4%
del commercio di autoveicoli) e trasporto e magazzinaggio
(+1,0%). Segnali di peggioramento delle condizioni di acceso al
credito sono presenti, ma meno diffusi che nella manifattura;
nel 2023 il deterioramento è più marcato per le attività di
ricerca e sviluppo, vigilanza e investigazione, attività
sportive, di intrattenimento e di divertimento, trasporto
terrestre e mediante condotte. Anche nei servizi, tuttavia,
prevalgono attese di peggioramento del ciclo economico: per il
primo semestre 2024 preoccupano in particolare l'indebolimento
della domanda interna (per il 60% delle imprese dei servizi
Ict), il reperimento della forza lavoro (circa il 50% nei
servizi turistici) e i rincari energetici (43% per logistica e
servizi turistici).
Nel 2023 - spiega poi il rapporto - il persistere della
dinamica inflazionistica ha aperto un evidente divario tra
l'andamento degli scambi in valore e in volume. A parte il caso
degli autoveicoli (+6,5% in volume, a fronte del +15,1% in
valore), gli andamenti dei prezzi hanno sostenuto la dinamica
delle vendite in valore, a scapito delle quantità, nei
macchinari (-2,9%, a fronte del +8,8% in valore) - che
confermano una tendenza già emersa l'anno precedente -,
nell'alimentare (-3,1% in volume, +7,0% in valore), nelle
bevande (-4,4 e +2,1% rispettivamente), nella farmaceutica (-1,5
e +2,9%). Coke e raffinazione (-9,3% in volume, -23,4% in
valore), carta (-18,5 e -14,5%), legno (-13,7 e -8,4%) e
prodotti da minerali non metalliferi (-14,1 e -6,5%) si
segnalano invece per una contrazione delle vendite all'estero
sia in valore sia in quantità.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA