La missione Ocse nelle Marche
alla seconda e conclusiva giornata. Una due giorni dedicata alla
discussione delle principali sfide e opportunità per
l'attrattività e l'internazionalizzazione dei territori
regionali, facendo riferimento in particolare alle crisi e alle
evoluzioni recenti del contesto globale. Stamattina il tema
centrale dell'incontro è stato il turismo, la cui delega è in
capo al presidente Francesco Acquaroli che ha aperto i lavori,
lanciando un messaggio all'Ocse e indirettamente alle
istituzioni europee. "Questa è un'occasione molto importante -
ha detto Acquaroli - che ci permette di confrontarci con un
organismo internazionale e ci consente di fare il punto della
situazione. Gli ultimi anni sono stati condizionati dalla crisi
sanitaria e ora dalle conseguenze della guerra in Ucraina, con
tutte le ricadute negative che ne derivano nei sistemi nazionali
e, a cascata, regionali. Le Marche vogliono tornare ad essere
sempre più competitive e attrattive e per farlo è necessario un
progetto di sistema".
"Sono convinto - ha aggiunto - che una delle sfide
dell'Unione europea debba proprio essere quella di superare il
centralismo e guardare a quelle che apparentemente possono
sembrare periferie. E' qui, in questi territori, come i nostri,
che nasce una grande forza competitiva dell'industria, della
manifattura, della filiera agroalimentare, con eccellenze
riconosciute oggi a livello mondiale, a cui si associano luoghi
d'arte, di cultura e di spiritualità che non hanno assolutamente
nulla da invidiare a mete molto più famose e frequentate".
"Quello di cui abbiamo bisogno - ha detto ancora Acquaroli -
è il riconoscimento da parte delle istituzioni europee, perché è
evidente quali siano le difficoltà delle strutture di piccole
dimensioni per stare al passo con i tempi, a cominciare dalla
burocrazia. Per essere attrattivi noi abbiamo la necessità di
poter accedere a tutte le opportunità finanziarie, politiche,
culturali, ma anche e soprattutto amministrative dell'UE. I
territori piccoli vanno compresi e supportati, per dare nuove
possibilità concrete e realmente fruibili ai giovani, alle
imprese del turismo e della manifattura, diminuendo quella
distanza che c'è tra istituzioni e territori e sentendoci tutti
parte di una sfida comune. Solo così tutti insieme possiamo
sentirci più europei, più partecipi e anche convinti fautori di
politiche comuni".
"Stiamo lavorando con molto impegno su questo progetto legato
all'attrattività - ha spiegato da parte sua Claire Charbit,
capodelegazione e dirigente dell'Unità attrattività regionale e
integrazione dei migranti presso il Centro Ocse per
l'imprenditorialità, le Pmi, le Regioni e le Città - e siamo
orgogliosi di farlo con le Marche, oltre che con la Liguria, la
Campania e la Sicilia. Tutte queste Regioni condividono da una
parte problematiche comuni, quali ad esempio la necessità di
coordinarsi meglio, dall'altra esistono risorse molto
differenti. Ci siamo resi conto che nelle Marche esiste molto
potenziale industriale, compreso quello delle aree rurali o
dell'entroterra. C'è inoltre un grande potenziale turistico, che
è un po' ignorato, come se le Marche fossero alla periferia di
zone che sono più visibili a livello internazionale. Questo sia
per quanto riguarda il turismo che lo sviluppo industriale.
Dunque, oggi l'evoluzione della globalizzazione può assegnare un
posto a regioni come le Marche e noi siamo qui per aiutare gli
attori regionali a identificare indicatori, strumenti, per
guidare le loro politiche pubbliche, come una bussola, per
ripensare la politica di attrattività regionale in questa
evoluzione globale. In tutto questo crediamo fortemente".
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