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Una storia d'amore di Andrea Vitali

Einaudi

Una storia d'amore di Andrea Vitali

Gioie e dolori di coppia nel mondo di Bellano ma negli anni '80

ROMA, 30 marzo 2021, 11:41

di Paolo Petroni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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ANDREA VITALI, ''VIVIDA MON AMOUR'' (EINAUDI, PP. 128 - 15,00 EURO) - Vìvida, con l'accento sulla prima sillaba, a evitare ambiguità sulla sua lucida vitalità, dopo che la pronuncia diviene frutto di equivoci difficili da chiarire e crea timori di incidenti, è una donna che sa di essere arrivata al punto in cui dovrà prendere in mano la propria vita e ha le qualità per farlo, tanto che l'uomo innamorato di lei, e io narrante senza nome di questa storia d'amore e di coppia, inizia aprendo il racconto con l'affermazione: ''Fin dal momento in cui la conobbi un pensiero prese a perseguitarmi e inutile fu ogni tentativo di liberarmene: che io fossi la femmina e lei il maschio''.
    E' una questione di carattere e personalità e averne coscienza alla fine non può che aiutare, anche se un certo orgoglio personale non sarà interiormente sempre pronto ad accettare che sia lei, donna imprenditrice solida, a prendere le decisioni essenziali, dal fidanzarsi o meno a quale macchina usare e chi guida, da come organizzare la vita di coppia a quali locali frequentare. Lui, laureato in medicina, incline al bere, è troppo innamorato, un po' insicuro e senza un automobile, alla ricerca di un lavoro che poi arriverà anche se non sarà quello definitivo, facilmente messo in crisi dagli imprevisti che immagina ogni volta mettano fine alla sua storia sempre precaria, come un fratello molto più piccolo che manda all'aria una prima, agognata serata con provocatori capricci e pianti o il divertente incontro notturno con un camionista dalla filosofia chiara e spicciola.
    Insomma un romanzo d'amore, di cui non riveleremo il finale su cui Vitali gioca bene spiazzandoci, apparentemente antico e sostanzialmente moderno, con quel contrasto che era vivo in quegli anni Ottanta in cui è ambientato tra costumi e abitudini classiche e il vento del nuovo, come l'arrivo delle donne al potere, specie se il tutto è ambientato in una provincia tranquilla, una sorta di oasi protetta, al nord, vicino a un grande lago, dove si svolgono tutti i romanzi di Andrea Vitali.
    Spesso i suoi racconti sono anche spostati negli anni Venti con l'avanzare del grigiore uniforme dei primi anni del fascismo, che è ottimo contraltare e cartina di tornasole per personaggi, fatti, incidenti eccentrici in cui l'insopprimibile varietà della vita si rivela in tutto il suo senso tragicomico.
    E questo gioco ironico, questo sguardo come sempre disincantato ma partecipe e comprensivo di Vitali, che i lettori avvertono e per questo provano empatia con le sue storie e finiscono per ritrovarsi in molti aspetti dei suoi personaggi o situazioni, come il capovolgimento di ruoli annunciato sin dall'inizio, c'è anche in queste semplici pagine, in questa divertente e lieve vicenda sentimentale molto più vicina ai nostri giorni, ma sempre con un suo ritmo sostanzialmente eguale, antico, prima che arrivasse l'accelerazione e la mutazione violenta imposta dall'elettronica e dal Web.
    Allora, più che sulla stranezza di nickname virtuali, su giochi di distanze e maschere, lo scrittore scava con la sua lingua pulita sui particolari, sulle personalità, sulle curiosità, di cui è sempre rivelatrice la scelta dei nomi dei suoi personaggi, apparentemente fantasiosa e letteraria, se non fosse che l'autore stesso ha più volte detto di trovarli tutti veri nella realtà e vita dei suoi pazienti (Vitali è medico in pensione, tra l'altro ora tornato in attività da volontario per effettuare le vaccinazioni anti Covid) e dei luoghi in cui vive, magari anche sulle lapidi di un cimitero.
   

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