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Sulla mia pelle, gli ultimi giorni di Cucchi

Sulla mia pelle, gli ultimi giorni di Cucchi

Il protagonista Borghi, sul caso omertà e irresponsabilità

ROMA, 14 settembre 2018, 11:48

Francesco Gallo

ANSACheck

La locandina del film 'Sulla mia pelle ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

La locandina del film  'Sulla mia pelle ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
La locandina del film 'Sulla mia pelle ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

"A Stefano Cucchi, tra le tante persone che ha incontrato nella sua tragica vicenda, nessuno ha mai dato davvero una mano, nessuno si è preso le sue responsabilità. Non ho dubbi poi che quello che gli è accaduto potrà accadere ancora". E' l'atto di accusa di Alessandro Borghi, credibile protagonista nei panni di Cucchi del film Sulla mia pelle di Alessio Cremonini, che dopo il passaggio alla Mostra di Venezia in apertura di Orizzonti è in sala dal 12 settembre con Lucky Red e in contemporanea su Netflix (è la prima volta che accade e non sarà certo l'ultima).
    "La cosa più difficile - ha raccontato l'attore al Lido - è stato perdere 18 chili, mentre la più bella è stata la telefonata di Ilaria, sorella di Cucchi, che mi ha detto: 'sei uguale a lui".
    Sulla mia pelle racconta in modo scarno e duro gli ultimi sette giorni di vita del ragazzo romano accusato per spaccio, fino alla sua morte in carcere il 22 ottobre 2009. Un lungo caso, quello di Stefano Cucchi, ancora aperto grazie a un processo bis che vede coinvolti cinque carabinieri accusati di presunte percosse che avrebbero causato la sua morte.
    Ha spiegato il regista, al suo secondo film dopo Border (2013): "Non è certo un lavoro che vuole giudicare, ma casomai solo raccontare. E questo attraverso lo studio accurato dei verbali e delle testimonianze". Per Alessio Cremonini, che ha anche scritto la sceneggiatura con Lisa Nur Sultan, insomma nessuna volontà di denuncia: "I film non sono un'aula di giustizia - ha sottolineato -, quello che è successo ce lo devono dire i magistrati".
    Più barricadera invece Jasmine Trinca che in 'Sulla mia pelle' interpreta Ilaria, la sorella di Cucchi da sempre impegnata perché sia fatta giustizia: "Questa storia mette tantissimo in luce l'irresponsabilità che c'é stata su tanti fronti. Possibile mai che nessuno si sia accorto di nulla?". E ancora l'attrice: "La mia posizione personale è chiara: questo film è un atto dovuto e non una semplice cronaca, un modo di riappropriarsi della realtà".
    Da segnalare nel film, in cui si vede un Cucchi amletico, diviso tra il confessare le percosse ricevute e poi, subito dopo, smentirle, il ruolo della famiglia. Oltre alla sorella, interpretata credibilmente dalla Trinca, straordinari anche i genitori: Milvia Marigliano, nel ruolo della madre, e Max Tortora in quello del padre. "Ho lavorato sul rispetto del personaggio e sulla misura. Volevo essere dentro al ruolo senza strafare mai", ha detto Tortora.
   

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