"La donna è mobile qual piuma al
vento", "Sì vendetta, tremenda vendetta". "Questa o quella per
me pari sono". Sono frasi entrate da tempo immemorabile nel
parlare quotidiano a dimostrazione della popolarità di cui gode
"Rigoletto" nel cui libretto tali versi compaiono. Nel
capolavoro verdiano ispirato a Hugo e al suo "Le Roi s'amuse"
figura, inoltre, un'altra pagina giustamente celebre: il
quartetto dell'ultimo atto (Bella figlia dell'amore), amato pure
dal cinema, basta ricordare la esilarante scena di "Amici miei".
Il Quartetto è anche al centro della commedia di Ronald Harwood
"Quartet" messa in scena mercoledì sera al Festival di Borgio
Verezzi in prima nazionale. La commedia, da cui è stato tratto
un film nel 2012 con la regia di Dustin Hoffman è ambientata in
una casa di riposo per artisti, alla vigilia di una festa in
onore di Verdi. L'arrivo di un celebre soprano suggerisce
l'idea di ridare vita al Quartetto di "Rigoletto" che la
cantante, applaudita Gilda, aveva appunto interpretato con i tre
colleghi (tenore, baritono, contralto) ritrovati nella casa di
riposo. Il regista Patrick Rossi Gastaldi ha puntato su un cast
formato unicamente dai quattro protagonisti, senza dunque alcun
altro "artista" di contorno. Il lavoro scorre bene, anche se qua
e là si sono avvertiti cedimenti nel ritmo e qualche errore di
battuta. Ci vorrà insomma ancora qualche giorno di rodaggio, ma
l'insieme è assai godibile anche per la bravura e il mestiere
dei quattro attori: la simpaticissima Paola Quattrini (il
contralto svanito), la elegante "diva" Giovanna Ralli (Gilda),
l'inappuntabile e versatile Giuseppe Pambieri (il Duca) il
brillante Cochi Ponzoni (Rigoletto).
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