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Orietta Berti, 80 anni dell'usignolo diventato icona pop

Orietta Berti, 80 anni dell'usignolo diventato icona pop

Le hit melodiche, la seconda giovinezza in tv e i 12 Sanremo

ROMA, 31 maggio 2023, 19:36

di Paolo Biamonte

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Orietta Berti, 80 anni dell 'usignolo diventato icona pop - RIPRODUZIONE RISERVATA

Orietta Berti, 80 anni dell 'usignolo diventato icona pop - RIPRODUZIONE RISERVATA
Orietta Berti, 80 anni dell 'usignolo diventato icona pop - RIPRODUZIONE RISERVATA

Quando Bibi Ballandi riceveva gli ospiti nella sua villa poco fuori Bologna, amava indicare le cose che aveva comprato "grazie a Orietta Berti". Prima di diventare un produttore che ha fatto la storia della televisione, Ballandi negli anni '60 e '70 aveva fatto il manager dei cantanti e ovviamente intendeva dire grazie al successo di Orietta Berti che proprio domani compie ottant'anni di cui 58 di una carriera che l'ha ormai trasformata in un'icona dell'intrattenimento popolare. Un'icona del mainstream che per il suo compleanno si è regalata una canzone incisa per sostenere un'associazione di Milano che gestisce case Arcobaleno per ragazzi allontanati dalle famiglie per la loro "diversità". "Nemmeno gli animali abbandonano i loro cuccioli, in questo video una madre dice al figlio, che si dichiara gay, che non sbaglia ad amare un'altra persona, che non siamo nati per odiare ma per amare. A me è sembrato un messaggio bellissimo, si vedono questi ragazzi e dagli sguardi si capisce tutto il dolore che hanno provato" racconta lei che per tutta la vita è stata fedele al suo Osvaldo e che riceve in regalo da Achille Lauro gli ombretti della linea di cosmetici firmata dall'artista romano. Quando ha iniziato il mondo della canzone era popolato di aquile, tigri, pantere: a lei toccò il soprannome di "usignolo di Cavriago" (il paese dell'Emilia dove è nata): ma per farla diventare una professionista, dopo che su insistenza del padre aveva preso lezioni di canto lirico, ci vollero l'intuito e l'insistenza di Giorgio Calabrese, storico paroliere, che l'aveva ascoltata in un concorso di voci nuove dove era arrivata sesta: Iva Zanicchi si era classificata al secondo posto, Gianni Morandi al nono. I suoi primi successi li ha vissuti indossando l'abito da religiosa di Suor Sorriso, poi tra gli anni Sessanta e Settanta ha conosciuto la sua stagione d'oro come interprete della melodia più tradizionale e rassicurante. E proprio a questo ruolo è legato il momento più triste della sua carriera: nel 1967 Luigi Tenco cita Io, Tu e le Rose nella sua lettera d'addio come esempio di un mondo sbagliato che accoglie queste melodie e rifiuta Ciao Amore Ciao. Per la Berti fu uno shock affrontato con la sua tipica discrezione e superato grazie ad alcuni dei suoi più grandi successi, ormai dei titoli da storia del costume come In Via dei Ciclamini, Tipitipitì e soprattutto Finché la Barca Va. La sua popolarità le ha consentito di recitare accanto a Ugo Tognazzi, nell'episodio dei Nuovi Mostri intitolato L'Uccellino della Val Padana e diretto da Ettore Scola e con Paolo Villaggio in Quando C'era Lui... Caro Lei. La seconda giovinezza è cominciata intorno agli anni '90 grazie alla tv dove prima è passata attraverso i programmi del revival poi, come la sua grande amica Iva Zanicchi (l'altra è Ornella Vanoni) grazie soprattutto al successo di Anima Mia, il programma di Fabio Fazio e Claudio Baglioni, è diventata anche un personaggio televisivo. Fazio l'ha fatta entrare spesso nella compagnia di giro dei suoi programmi, ma Orietta ha nel curriculum anche Domenica In, Buona Domenica e di recente Quelle brave ragazze e il ruolo di opinionista al Grande Fratello Vip. Senza contare le dodici partecipazioni al festival di Sanremo: l'ultima con Amadeus nel 2021. Da brava emiliana non si è sottratta al rito del libro di ricette. Grazie a Mille, il singolo inciso con Fedez e Achille Lauro, oggi è popolarissima anche tra i più giovani. E, come insegna Fiorello, la cover dello smartphone con la sua faccia è un oggetto di culto.

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