MASSIMO VENTURIELLO, LA SARTORIA DI ADDIS ABEBA (Ensemble, pp. 208, 15 euro)
Riannodare i fili di un passato ancora parte del presente e rendere omaggio alle proprie radici: con questo intento Massimo Venturiello, autore de "La sartoria di Addis Abeba", edito da Ensemble e disponibile in libreria dal 15 novembre, rivolge lo sguardo verso la sua esistenza per ricordarne le persone, gli eventi e i luoghi che l'hanno influenzata. In un memoir struggente dal sapore nostalgico, l'attore racconta la storia della sua famiglia e inizia la narrazione partendo da lontano, da quella sartoria in terra africana grazie alla quale suo padre sperava di fare fortuna e potersi ricongiungere con la donna amata che lo attendeva nel Cilento. Tra atti mancati, parole non dette, gesti colpevoli, Venturiello compone per il lettore un mosaico coinvolgente di ricordi, svelando i nodi fondamentali che hanno determinato il suo percorso umano e professionale. L'indagine sui sentimenti più autentici di un artista capace, negli anni della maturità, di mettersi a nudo e di guardarsi dentro scandisce un romanzo vivido e pulsante, pieno di immagini poetiche, il cui fil rouge è rappresentato dall'amore per il teatro, motore di ogni cosa, e per una professione a cui Venturiello ha dedicato tutta la vita.
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