/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Di Veroli, l'unico calciatore ebreo a giocare in serie A

Di Veroli, l'unico calciatore ebreo a giocare in serie A

In un libro la storia dello sportivo giocatore della Lazio

ROMA, 08 giugno 2023, 10:54

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

È stato il primo, ma anche l'unico calciatore ebreo romano ad avere giocato in serie A, in una delle squadre della capitale, la Lazio, con cui conquistò la Coppa Italia nel 1958. Giovanni Di Veroli è stato uno sportivo, calciatore in un paese in cui il calcio ha da sempre raccontato le aspirazioni degli italiani, ed ebreo del ghetto romano, scampato per miracolo al rastrellamento del 16 ottobre del '43.
    La sua storia è raccontata nel libro "Una stella in campo.
    Giovanni Di Veroli, dalla persecuzione al calcio di serie A", scritto da Paolo Poponessi e Roberto Di Veroli e presentato al Collegio Romano dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano con la presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello e la presidente della Fondazione SS Lazio 1900, Gabriella Bascelli. Giovanni Di Veroli è un bambino ebreo nato a Roma, al Ghetto, vicino il Portico D'Ottavia, nel 1932 e la sua storia, come quelle della sua comunità, è specchio delle vicende di quegli anni: le leggi razziali, che fanno perdere il lavoro a suo padre, i trasferimenti, la nuova casa a Milano distrutta da un bombardamento, nuovi trasferimenti, nuovi bombardamenti, il rastrellamento del 16 ottobre da cui i Di Veroli scampano per miracolo, i ritorno al ghetto ormai depredato dai tedeschi, le difficoltà economiche, la sopravvivenza fatta di espedienti.
    Poi, alla fine della guerra i Di Veroli tornano a Milano su un camion della Brigata Ebraica. Il papà riprende a lavorare e Giovanni torna a giocare a calcio, fa un provino con l'Ambrosiana che va bene, ma il padre vuole di nuovo tornare a Roma. È il 1949. Giovanni inizia a giocare con una formazione ebraica romana, la Stella Azzurra, ma quando la Lazio apre la leva calcio partecipa. È poco più che un ragazzino, ma sta bene in campo e la Lazio lo prende. Inizia così la sua carriera partendo dalle minori poi fa il suo esordio nella massima serie nel 1952-53. L'avventura con la Lazio finisce nel 1958, in tempo però essere ancora nella rosa della squadra che vince la Coppa Italia.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza