ROSSANA CAVALIERE: LEONARDO
SCIASCIA NEGLI OCCHI DELLE DONNE (VALLECCHI EDITORE, 251 PAGINE,
18 EURO)
Un'intervista all'Espresso ("Le zie di Sicilia") aveva
attirato nel 1974 su Leonardo Sciascia la critica di non tenere
in grande considerazione l'universo femminile. Non solo nella
sua opera le donne avevano una parte marginale, ma a Franca
Leosini, che lo aveva seguito per diversi giorni, aveva parlato
di un "matriarcato" siciliano. Le riflessioni dello scrittore,
come sempre nette e a volte provocatorie, suscitarono tante
reazioni nel mondo della cultura tra cui quelle di Dacia
Maraini.
Quasi mezzo secolo dopo il tema viene rivisitato, stavolta
con toni e accenti meno divisivi, da Rossana Cavaliere che ha
raccolto nel libro "Leonardo Sciascia negli occhi delle donne",
edito da Vallecchi, le testimonianze di quindici figure
femminili molto impegnate e conosciute come Barbara Alberti,
Rita Cirio, la giornalista della Rai Bianca Cordaro (Sciascia fu
suo testimone di nozze), Silvana La Spina, Giannola Nonino e le
sue tre figlie, Franca Leosini, Dacia Maraini, Marcelle Padovani
(che dalle conversazioni con lo scrittore ricavò il libro "La
Sicilia come metafora"), l'italianista Domenica Perrone, Anna
Maria Sciascia (la figlia che descrive il ritratto dello
scrittore non solo come padre), Francesca Scopelliti, Elisabetta
Sgarbi.
Con loro Rossana Cavaliere, che alle opere di Sciascia ha
dedicato una parte importante dei suoi studi, ripercorre
itinerari culturali, incontri, scambi epistolari. In questo
modo, come dice il sottotitolo del saggio, si ricompongono tante
"tessere di un mosaico al femminile". L'onda dei ricordi fa
riemergere aneddoti curiosi e le mille sfaccettature di uno dei
più importanti scrittori del Novecento (questo è almeno il
giudizio di tutte) con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue
fragilità, le sue sensibilità. Gli sguardi femminili mettono
così a fuoco la complessa personalità di Sciascia, riservato e
diffidente, ma anche generoso e attento a ogni fermento
culturale.
Dacia Maraini, che ne apprezza sempre lo stile asciutto e
l'instancabile "ricerca della verità", lo ha descritto così il
giorno in cui lo scrittore è scomparso: "Era un piacere
discutere con lui, per quanto si potesse essere in disaccordo,
perché il suo discorso era sempre inatteso, imprevedibile e
quindi stimolante". E poi "non cadeva mai nel disprezzo o nel
malanimo".
Bianca Cordaro era colpita dall'aspetto umile di Sciascia,
ma, conversando con lui, dice, "mi si spalancò un mondo ricco di
contenuti originali, di fantasia e di una strana gioia velata da
forti pennellate di pessimismo".
Sono frammenti di memoria che rimandano tanti aspetti inediti
dell'itinerario umano, politico e letterario di Sciascia. E
mentre lo rievocano, le donne che lo hanno conosciuto parlano
anche di sé.
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