ANDREA KOVEOS, EROI BESTIALI,
(Rossini Editore, pp.452, 21.99 euro). "Non recitavamo alcun
altro spettacolo che la nostra esistenza". A parlare sono gli
animali della guerra di Troia, eroi loro malgrado e senza voce
che finalmente hanno la possibilità di raccontare il loro punto
di vista, la loro sofferenza, il loro coraggio, la loro visione
del mondo unamo e divino.
Nella prefazione Mario Tozzi spiega che l'idea di superiorità
dell'uomo sugli animali è "un problema tutto umano". E pagina
dopo pagina questi eroi che fanno da sfondo assumono un ruolo di
primo piano attraverso le parole che Koveos, scrittore dotato di
un'empatia fuori dal comune, fa dire loro. Molti animali
descritti da Omero furono infatti degli eroi, non solo per
istinto ma per libera scelta. Creature straordinarie, compagni
fedeli di imprese dimenticate. I più perirono sul campo di
battaglia, uccisi dalla stupidità degli uomini, altri vissero
all'ombra di gloriosi generali.
"Tutti i protagonisti, animali compresi, che fecero parte
alla spedizione contro la città di Troia - spiega Koveos
all'ANSA - provenivano da diverse realtà geografiche ma
sentivano di appartenere ad un'unica identità, quella greca, che
amavano al di sopra del proprio luogo di nascita. Ecco perché in
tema di cittadinanza occorre superare sia la politica di destra
che di sinistra. Né ius sanguinis né ius soli, ma ius cordis: ha
diritto di cittadinanza chi ama un Paese con tutto il cuore".
Il libro è composto di trenta storie - ognuna delle quali
illustrata dal giovane artista Federico Lucidi - di diversi
protagonisti non sapiens: i cavalli immortali di Achille, Xanto
e Balio; lo stallone di Ettore, Podargo; il centauro Chirone, la
serpe funesta che morse Filottete. Chi non conosce il cane Argo
di Ulisse ma forse pochi sanno come trascorse venti anni da solo
a Itaca. Ancora, il cattivo Polifemo si commosse davanti al suo
amato ariete. Animali che raccontano in prima persona, le
debolezze degli uomini: le mucche del dio Sole, le pecore
trucidate da Aiace, le mule di Nausicaa, le oche di Penelope, le
Sirene, i porci della maga Circe, il ronzino di Tersite. Anche
se di legno, fu un cavallo il protagonista assoluto del
conflitto, inganno che per la prima volta nella storia prende la
parola e racconta la sua versione dei fatti. C'è di più: Porcete
e Caribea i due serpenti che uccisero i figli di Laocoonte,
messi alla sbarra, dimostrarono che agirono per legittima
difesa.
"Non si tratta di un'opera di filologia - dice l'autore - ho
voluto solo dare il giusto riconoscimento agli animali non umani
presenti nei poemi omerici". E forse lì dove falliscono biologi
e naturalisti, potrebbero riuscire gli umanisti a rendere edotti
gli uomini che non esiste un pianeta composto solo da sapiens.
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