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Sean Penn, 'l'AI al cinema è un'oscenità umana'

Sean Penn, 'l'AI al cinema è un'oscenità umana'

In Black Flies: "I produttori un'associazione di banchieri"

CANNES, 19 maggio 2023, 19:29

di Francesco Gallo

ANSACheck

Sean Penn © ANSA/EPA

Sean Penn © ANSA/EPA
Sean Penn © ANSA/EPA

L'intelligenza artificiale al cinema è "un'oscenità umana": parola di Sean Penn, in concorso al Festival di Cannes con Black Flies diretto dal regista francese Jean-Stéphane Sauvaire, dramma straziante e doloroso sui paramedici di New York. Alla domanda sullo sciopero degli sceneggiatori, l'attore ha replicato in conferenza stampa: "L'industria si prende gioco di sceneggiatori e attori che sostengo pienamente. L'uso dell'intelligenza artificiale è qualcosa di molto importante, da valutare, e l'associazione dei produttori dovrebbe chiamarsi piuttosto associazione dei banchieri. Troppi di loro non lavorano come si dovrebbe".
    Come si è preparato per essere così credibile? "Abbiamo avuto consulenti eccellenti, abbiamo tutti cercato di fare la 'danza' che avevamo immaginato. Tante sequenze lunghe, poi, rispettando le cose che fanno davvero medici e paramedici. Per fare tutto bene abbiamo lavorato molto con ospedali e consulenti per essere sicuri che il film corrispondesse alla realtà".
    Quindici minuti di sirene urlanti, di corse in autoambulanza e di gente che sta male: donne picchiate, vittime di sparatorie, aborti finiti male e gente in overdose da crack. Così inizia Black Flies con protagonisti due paramedici, il giovane Ollie Cross (Tye Sheridan) e Gene Rutkovsky (Penn), veterano del mestiere. E ancora il due volte premio Oscar: "Abbiamo lavorato anche con i pompieri di Los Angeles per mesi e poi ci siamo interessati ai servizi di salute mentale in molti ospedali e ieri, alla prima del film, ho visto che il pubblico ha apprezzato il nostro lavoro e che tutti, adulti e bambini, hanno capito la passione che ci abbiamo messo". Aggiunge il bravissimo Tye Sheridan: "Ho incontrato medici che lavorano fino a trentasei ore di seguito e che hanno un peso enorme sulle spalle. Sono dei veri e propri angeli e custodi della nostra società. La questione della salute mentale è poi importantissima in questo film e abbiamo voluto trattarla con tutta la delicatezza possibile".
    Infine, spiega il regista: "Dopo gli attentati dell'11 settembre ci sono molti assistenti psicologi, perché i paramedici si devono confrontare tutti i giorni con la sofferenza e il dolore terribile di tantissime persone. Per loro - continua Jean-Stéphane Sauvaire - c'è anche il problema di come affrontare la violenza in cui spesso si imbattono. Per tutti questi motivi ci sono, non a caso, molti suicidi nelle comunità di paramedici perché è difficile continuare a lavorare dentro questa violenza terribile e, soprattutto, affrontare il trauma di veder morire tante persone dentro l'ambulanza". Black Flies sarà prossimamente distribuito in Italia da Vertice 360.   

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