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Addio a Gianni Minà, camera ardente in Campidoglio

Addio a Gianni Minà, camera ardente in Campidoglio

Gualtieri: 'Minà tra i protagonisti del Novecento'

ROMA, 30 marzo 2023, 18:10

di Daniela Giammusso

ANSACheck

La camera ardente per Gianni Minà - RIPRODUZIONE RISERVATA

La camera ardente per Gianni Minà - RIPRODUZIONE RISERVATA
La camera ardente per Gianni Minà - RIPRODUZIONE RISERVATA

''Un giornalista e autore televisivo straordinario, autore di pagine memorabili, una personalità riconosciuta in tutto il mondo. Penso uno dei più grandi giornalisti che l'Italia abbia avuto e che abbia saputo interpretare la sua posizione In modo vigoroso e impegnato''. Così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, in apertura della camera ardente allestita in Campidoglio per Gianni Minà, scomparso lunedì a 84 anni.

Gianni Mina', l'arrivo del feretro alla camera ardente in Campidoglio

"Sarà un lavoro lungo nel tempo. Ma abbiamo già dei progetti. Rai Teche ha una miniera del suo lavoro". L'annuncio arriva dall'ad di viale Mazzini, Carlo Fuortes, a metà della giornata dedicata all'ultimo saluto pubblico a Gianni Minà, nella camera ardente allestita in Campidoglio. L'uomo di cui si fidavano i "grandi" (e l'unico al mondo capace di mettere a tavola insieme Muhammad Ali, Sergio Leone, Robert De Niro e Gabriel Garcìa Marquez), il giornalista con la "schiena dritta" come lo ricordano in tanti oggi, che non si risparmiava mai per le battaglie per la libertà, si è spento lunedì 27 marzo, a 84 anni. Nella sala della Protomoteca ogni particolare racconta un pezzo di lui. Accompagnato dalla moglie, la giornalista Loredana Macchietti, e dalle figlie Marianna, Francesca e Paola, Minà sorride, come spesso faceva, dalla fotografia in bianco e nero scattata nel suo studio. Sulla bara, un rametto d'ulivo e la maglia numero 1 granata dell'altra sua passione, il Torino, che la società e il presidente Urbano Cairo hanno voluto inviare. E poi la corona di fiori di Tuttosport e quella dell'Associazione nazionale Amicizia Italia - Cuba.

L'assessore allo sport, Alessandro Onorato, lancia l'idea: utilizzare il "Palazzetto dello sport a Viale Tiziano, uno dei luoghi simbolo delle Olimpiadi degli anni '60, per ricordare Minà con una serie di iniziative e mostre". "Tra le sue qualità, c'era la grande la capacità di arrivare in maniera diretta e mantenere la schiena dritta, sempre e comunque. Il mio rammarico è non esser riuscito a realizzare un progetto insieme, prima che fosse allontanato dalla Rai", ricorda Sigfrido Ranucci, anima di Report, tra i primi ad arrivare insieme a Walter Veltroni, al presidente dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo ("mi ha detto la moglie che la nostra era l'unica tessera che aveva") e Andrea Purgatori.

"Ricordo quando parlammo del suo personaggio nel film su Mennea. Mi disse: eh, ma quella zeppoletta…", ricorda commosso Ricky Tognazzi. "Per me era un amico e poi un giornalista libero, perché l'informazione o è libera o non è informazione - commenta Don Luigi Ciotti -. Era un giornalista con la schiena dritta, capace di scendere nella profondità della conoscenza delle persone. Le sue interviste erano una consegna di umanità, della fragilità ma anche della ricchezza umana. Con le sue visioni ha spalancato uno sguardo molto più ampio sulle finestre del mondo". E poi ecco Milly Carlucci. "Ci conoscevamo da tutta la vita - dice -. Ogni sua intervista è una dichiarazione d'amore al suo mestiere. Spero che almeno adesso gli venga tributato quel riconoscimento che negli ultimi anni è un po' mancato". E ancora Fiorella Mannoia, il cardinale Matteo Maria Zuppi, Franco Carraro, l'ambasciatrice di Cuba Mirta Granda Averhoff, Simona Marchini, Edoardo Bennato, Serena Dandini, Alba Parietti, Nicola Fratoianni ("Trovare un suo erede sarà un bel problema", ammette), tanti colleghi e amici. Come l'ex procuratore Gian Carlo Caselli, con cui, sorride, condivideva "soprattutto il tifo per la squadra granata. Era come me, patito proprio patito". E poi una generazione di spettatori cresciuta con la sua tv e i suoi articoli. "Alla prossima stazione chi intervisterai?", si legge sul libro delle firme. "Sei stato un compagno dalla parte di Cuba". E ancora, "Nei nostri cuori non sarai mai desaparecido". Ultima battaglia di Minà, la costituzione di un archivio con tutti i suoi lavori. Dalla Rai sembravano non arrivare risposte, tanto che a giugno era ricorso (immediato successo) al crowdfunding per costituire una Fondazione con i materiali in suo possesso. Oggi la promessa di Fuortes di lavorare "a una serie di progetti. Stiamo già cominciando - dice - con Raiplay"..

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