Partita oggi a Palermo la "crociata"
del Codacons per il diritto dei cittadini ad essere curati in
tempi brevi. "La decisione dell'assessore alla Salute della
Regione Sicilia, Giovanna Volo, di ridurre i fondi della spesa
sanitaria regionale 2022 di circa 30 milioni di euro, e quindi
di ridurre l'assegnazione dei fondi alle strutture private
convenzionate - scrive l'associazione in una nota - avrà, quale
conseguenza, quella di allungare le liste d'attesa nella sanità
pubblica. In sostanza ci rimetteranno gli ambulatori
specialistici e i laboratori d'analisi, che garantiscono l'82%
delle prestazioni annuali erogate dal sistema sanitario
regionale, ma prima di tutti ci rimetteranno i pazienti
siciliani". Per questo il Codacons ha risposto "manifestando a
Palermo insieme alla intersindacale della specialistica
convenzionata esterna e al coordinamento intersindacale Cimest,
e annunciando oggi la "Task Force Sanità", che - spiega
Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons - è un pool
di avvocati, esperti, medici e medici legali nato dalla
collaborazione di Codacons, Codacons Medici, Articolo 32 Aidma
(Associazione Italiana per la Tutela dei diritti del malato),
Orion, Osservatorio Sanità Sicilia, LDC Lega Difesa del
Cittadino, Confeuropa Consumatori, Avvocati in Europa e
Consumatori Italiani per lottare uniti contro tutti i casi in
cui viene negato il diritto alla salute.
"In Sicilia - conclude Tanasi - il diritto alla salute,
sancito dall'art. 32 della Costituzione italiana, viene molto
spesso negato dalle assurde lungaggini della sanità pubblica
siciliana. E' impensabile, infatti, che per esami importanti si
debba aspettare molti mesi se non addirittura un anno con
evidenti danni esistenziali per i cittadini che necessitano di
controlli medici. Proprio perché le lamentele in questo senso
sono davvero numerosissime chiediamo al Governo Regionale un
aumento considerevole del budget da attribuire alla sanità
privata siciliana, poiché quello oggi previsto non è sufficiente
a coprire le prestazioni fornite dalle strutture private
convenzionate, che già attualmente erogano prestazioni per circa
60 milioni di euro l'anno in extra budget non remunerato".
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