(ANSA) - CATANIA, 04 FEB - "E anche voi, uomini che avete a
cuore il bene comune nell'amministrazione pubblica, nelle forze
dell'ordine, in campo educativo: sappiate perdere la vita come
Agata, portando ogni giorno la croce di chi rifiuta il
compromesso e fa crescere l'onestà. Se voi porterete bene la
vostra croce, la città risorgerà". Lo ha detto l'arcivescovo
metropolita di Catania, Luigi Renna, nell'omelia della Messa
dell'Aurora celebrata in Cattedrale in onore di Sant'Agata.
"Ma pensate che ci sia un tempo nella storia dell'umanità in cui
non è rischioso essere e rimanere cristiani? E' stato rischioso
- ricordato mons. Renna - per don Pino Puglisi, perché un
parrino a Palermo, al quartiere Brancaccio, doveva rinnegare o
la croce o la mafia che voleva mettere le mani sui giovani della
sua parrocchia. E' stato rischioso essere un magistrato che,
come cristiano, portava la croce di occuparsi di criminalità
organizzata, scelta consapevole con la quale Rosario Livatino ha
abbracciato la sua responsabilità sotto la tutela di Dio. E così
Biagio Conte: ha corso il rischio di non girare la testa
dall'altra parte davanti alle povertà, e di rinunciare a stare
sereno e quieto nei salotti che frequentava: ha venduto tutto ed
ha seguito Cristo, per fare qualcosa che infondesse speranza ai
poveri".
"Noi pensiamo spesso di salvare la nostra esistenza - ha
osservato l'arcivescovo di Catania - chiudendoci in noi stessi,
alzando barriere nei confronti degli altri, calcolando vantaggi
svantaggi in termini umani, usando anche la forza e forse anche
la violenza. Noi tante volte non vogliamo rischiare di portare
la croce dietro Cristo, ma preferiremmo essere come san Pietro,
che voleva essere lui a dire a Cristo cosa doveva fare, cioè
cosa non doveva rischiare. Gesù Cristo invece propone al suo
discepolo un progetto di vita diverso e rischioso: la vita si
salva aprendosi a Dio, all'amore del prossimo, e donandosi. Gesù
- ha ricordato mons. Renna - dice che la croce bisogna portarla
"ogni giorno": il rischio di essere cristiani non è un abito per
i giorni di festa, ma è un impegno quotidiano, come la tuta da
lavoro o il grembiule della casalinga che vengono indossati nei
giorni feriali, che sono di più dei giorni di festa". (ANSA).
Mons. Renna, amministratori rifiutino compromesso per onestà
Cristiani rischiano, come don Puglisi, Livatino e Biagio Conte
