"In questi 30 anni lentamente ma
inesorabilmente la visione, il sogno di Giovanni Falcone sono
stati delusi, traditi, ingannati, disattesi, proprio da quelle
istituzioni che ipocritamente in queste ore partecipano al gran
gioco delle finte e strumentali commemorazioni e che una volta
tornate a Roma riprenderanno a lavorare per distruggere il
patrimonio ideale diventato grazie al lavoro di Giovanni Falcone
leggi dello Stato". Lo ha detto il consigliere del Csm Nino Di
Matteo, nel corso del dibattito organizzato ieri sera a Palermo
dalla rivista Antimafia Duemila. "Avevamo detto - ha aggiunto -
che Giovanni Falcone era rimasto vittima anche del sistema della
magistratura, dei suoi colleghi, delle invidie, delle gelosie,
del correntismo esasperato che privilegiava all'interno del Csm
altre logiche, non quelle del merito, legate anche
all'appartenenza correntizia e all'influenza della politica
all'interno della magistratura. Le cronache degli ultimi anni
dimostrano drammaticamente come ancora la magistratura non sia
riuscita a sconfiggere questo cancro che ancora la divora e ne
condiziona l'autonomia e l'indipendenza e la necessaria
autorevolezza nei confronti delle altre istituzioni e dei
cittadini. Mentre in tanti ipocritamente vi vogliono far credere
che le riforme in cantiere prima fra tutte la riforma Cartabia
possano sconfiggere quel male. Non è così". Per Di Matteo "la
riforma del sistema elettorale del Csm non eliminerà anzi
rafforzerà il peso delle correnti all'interno del Csm. Perché la
politica non ha alcun interesse a debellare un sistema del quale
si nutre e trae vantaggio. E' anche con questo sistema di
controllo della magistratura che la politica è riuscita a
isolare e neutralizzare magistrati troppo liberi e indipendenti
e anche attraverso questo sistema che la politica riesce a
valorizzare i magistrati che vengono ritenuti affidabili perché
prevedibili nelle loro condotte e controllabili". "La riforma
Cartabia - ha concluso il consigliere del Csm - riuscirà a
creare una figura di magistrato che è l'esatta antitesi rispetto
a quella di Giovanni Falcone. Disegneranno un magistrato
burocrate attento ai numeri e alle statistiche rispetto alla
qualità del suo lavoro".
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