Tra le motivazioni che giustificano
un attraversamento stabile illustrate nella relazione del gruppo
di lavoro, ci sono in primo luogo "considerazioni
socio-economiche legate anche agli andamenti negativi della
popolazione, occupazione e Pil per l'area che sono decisamente
superiori a quelli nel Centro-Nord e nello stesso Mezzogiorno.
Ci sono poi motivazioni trasportistiche: il tempo medio di
attraversamento attuale dello stretto è paragonabile al tempo di
viaggio che un'auto impiega, se si considera anche il pedaggio,
per percorrere dai 100 ai 300 km". Lo ha detto il ministro delle
infrastrutture e mobilità sostenibili in audizione alle
commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera
sull'attraversamento stabile dello Stretto di Messina.
"La Sicilia è tra le isole più popolose al mondo che non
posseggono un attraversamento stabile eppure ha un elevato
potenziale di collegamento. Il collegamento stabile dello
Stretto di Messina, congiuntamente agli interventi programmati
dal Pnrr sulle reti di trasporto, in particolare sull'Av,
permetterebbe di rendere confrontabili i tempi medi di viaggio
sulla rete ferroviaria da e verso il Sud con quelli oggi offerti
al Centro-Nord e ridurrebbe anche i costi di attraversamento",
ha detto il ministro. Inoltre la presenza di un collegamento
stabile "potrebbe modificare nel tempo le scelte localizzative e
di approdo di taluni traffici, producendo anche un incremento di
domanda", ha aggiunto, precisando che comunque "le analisi
condotte mostrano che gran parte del traffico marittimo merci
non si fermerebbe comunque in Sicilia ma proseguirebbe verso gli
scali del centro Nord".
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