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Sos Pecorino Romano,"dopo guerra e virus, politica immobile"

Sos Pecorino Romano,"dopo guerra e virus, politica immobile"

Consorzio a futuri parlamentari:"Agite prima che sia tardi"

CAGLIARI, 20 agosto 2022, 18:33

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sos per il Pecorino Romano: dopo la pandemia e la guerra, ora anche la politica. Immobile, secondo i vertici del Consorzio di tutela. "Priva di strategie, concentrata a dividersi seggi e candidature ma totalmente assente sui problemi reali che gli operatori del settore vivono", denuncia il presidente Gianni Maoddi. Appello ai futuri parlamentari: "Abbiamo bisogno di politiche serie e della presenza costante ed efficace delle istituzioni. Prima che sia troppo tardi".

"Gli interventi sull'agroalimentare, nonostante sia uno dei settori trainanti dell'economia italiana, vale il 15% del Pil nazionale, sono totalmente spariti dalle agende e dai programmi elettorali dei partiti - insiste Maoddi - nessuno parla delle difficoltà che ogni giorno vengono affrontate, non ci sono proposte concrete per risollevare il settore dopo la pandemia e la guerra, per contribuire a far fronte ai costi di produzione e trasformazione, ingigantiti da una speculazione senza precedenti come quelli di esportazione".

Secondo il presidente del Consorzio, la prima cosa da fare con urgenza è puntare sul ricambio generazionale, in modo da garantire un futuro alla produzione del Pecorino Romano che, nel sistema delle Dop, rappresenta il 52% dei prodotti derivanti dal latte ovino nell'Ue l'85% in Italia. Il Consorzio che lo tutela conta 12.000 aziende zootecniche, circa 25.000 addetti complessivi e 40 caseifici. Il valore alla produzione, 326mila quintali, è pari a 375 milioni di euro e al consumo di oltre 600 milioni.

"Si parla sempre di spopolamento delle zone interne, ma se ne parla e basta - dice ancora Maoddi - Mettere a punto politiche mirate per incentivare i giovani a restare nella loro terra e lavorare nel mondo dell'allevamento, a restare nelle aziende di famiglia, sarebbe uno dei modi più validi e concreti per evitare la grande fuga alla quale stiamo di nuovo assistendo. Spetta alla politica anche studiare strategie per migliorare le tecnologie, sostenere la valorizzazione delle produzioni, sostenere le imprese".
   

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