"Senza i produttori non c'è
economia. Se il settore primario non ha liquidità si interrompe
la catena dell'economia. Noi stiamo combattendo contro
multinazionali che vogliono mandarci in malora". E' una protesta
corale che parte dal basso quella iniziata ieri in Molise e
prosegue a oltranza, alimentata da chi lavora tutti i giorni
sulla terra e in mare, senza sigle sindacali e associazioni di
categoria. Questa volta a scendere in campo sono i proprietari
di campi e i pescatori impegnati ogni giorno a sbarcare il
lunario.
"Finalmente c'è stata un'alleanza, visto che dipendiamo dallo
stesso ministero - dichiara a Termoli Ivano Zara del movimento
spontaneo agricoltori - Oggi è una giornata storica, mai
accaduto fino ad oggi. Noi ce l'abbiamo con l'Unione europea che
impone regole tali che nel mondo agricolo non si avrà un
futuro".
Dello stesso avviso i pescatori. "C'è una volontà dell'Europa di
togliere il cibo buono italiano dalle tavole".
Coltivatori e marittimi si sono ritrovati nel porto di
Termoli. Sulla banchina di riva è stato sancito un patto: "da
soli si prendono schiaffi. Uniti si va avanti verso un unico
obiettivo. Non ce ne andiamo. Ci sono persone che hanno il
coraggio, la grinta di restare, determinate a dire al sistema:
non si può continuare così. Dobbiamo cambiare le cose".
Per i manifestanti, circa cinquecento, raddoppiati rispetto a
ieri, occorre mantenere la qualità altissima dei prodotti
agroalimentari locali senza "svenderli" a nessuno. "Abbiamo una
forza di volontà nostra - dichiara uno degli agricoltori - Non
cambieremo il nostro stile alimentare, non cambieremo le nostre
regole. Siamo imprenditori, dobbiamo decidere come utilizzare le
nostre aziende. Vogliamo avere la libertà di fare delle scelte
all'interno delle nostre realtà e vogliamo andare avanti così
uniti. Oggi restiamo qui in porto!". Senza i produttori non c'è
economia. Se il settore primario non ha liquidità si interrompe
la catena dell'economia. Noi stiamo combattendo contro
multinazionali che vogliono mandarci in malora".
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