Chiesa piena per il funerale di
Paolo Casiraghi, il tecnico di 58 anni morto, insieme ad altre
cinque persone, nell'esplosione avvenuta alla centrale
idroelettrica Enel di Bargi, sul lago di Suviana, celebrato
questo pomeriggio nella chiesa di San Giovanni Battista alla
Bicocca, il quartiere di Milano dove viveva.
Casiraghi, che avrebbe compiuto 59 anni lunedì scorso,
lavorava da 38 anni per la stessa azienda, la multinazionale
svizzera ABB. Cresciuto a Milano era appassionato di calcio e
tifoso agguerrito dell'Inter. In chiesa, riuniti in silenzio,
con i volti tesi e commossi, numerosi colleghi e amici di Paolo,
stretti intorno ai suoi cugini. A rendergli omaggio sono
intervenuti anche rappresentanti Abb ed Enel, unitamente
all'assessora ai Servizi Civici del Comune di Milano, Gaia
Romani. Sulla bara di Paolo una enorme bandiera dell'Inter,
realizzata dagli amici più stretti.
"Dobbiamo stare attenti a non cadere in una trappola, perché
quando si tratta di una morte così, ti viene da dire 'desidero
vendetta, qualcuno deve pagare" ha detto il parroco Don Antonio
Fico, a inizio celebrazione. "È vero, ci sono delle
responsabilità, ma in questo momento lasciamo tutto questo a chi
di dovere - ha proseguito il sacerdote - augurandoci che si
faccia luce sulla vicenda non per vendetta, non credo che Paolo
voglia vendetta, ma perché cose del genere non capitino più,
dobbiamo concentrarci sul momento spirituale".
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