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'Ritratto dell'artista da morto' con Riondino al Piccolo Teatro

'Ritratto dell'artista da morto' con Riondino al Piccolo Teatro

Debutta il 16 marzo con la regia di Davide Carnevali

MILANO, 13 marzo 2023, 13:57

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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È una riflessione sulla barbarie dei totalitarismi del Novecento 'Ritratto dell'artista da morto (Italia '41 - Argentina '78) che debutta in prima nazionale al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano il 16 marzo. Lo spettacolo è una nuova produzione del Piccolo Teatro scritto e diretto da Davide Carnevali e interpretato da Michele Riondino, amato dal pubblico tv per avere interpretato il giovane Montalbano.
    La storia, tra autobiografia e invenzione narrativa, si tende storicamente fra due dittature, quella argentina, degli anni '70 e '80, e quella nazionalsocialista. C'è un appartamento a Buenos Aires acquistato da un presunto parente del protagonista ed espropriato ad un dissidente politico scomparso durante la dittatura militare, un desaparecidos. Riondino scopre che quest'uomo, di cui non si hanno più notizie, è un compositore argentino di origini italiane che stava lavorando sulle partiture di un pianista ebreo, a sua volta scomparso durante la seconda guerra mondiale. C'è così un filo che unisce questi personaggi e Riondino si addentra in un labirinto di episodi personali che in intersecano con i grandi eventi storici del Novecento. Lo spettacolo si amplia fino a diventare una riflessione sui regimi dittatoriali. Per dire che "questa violenza si può ripresentare - ha sottolineato Carnevali -, per questo dobbiamo stare vigili. Perché c'è il rischio che si faccia viva un'altra volta, in Italia, in Europa, nell'Occidente".
    Il testo, presentato per la prima volta in Germania nel 2018, è stato riscritto per riadattarlo al contesto italiano. Riondino è stato scelto perché "è una persona politicamente impegnata - ha aggiunto il regista - e condivide con noi l'idea che il teatro debba avere anche questa funzione, inoltre è un attore straordinario".
    "Memoria e immaginazione, coscienza e cultura, cronaca e finzione arrivano a formare un unico grande complesso - ha commentato Claudio Longhi, direttore del Piccolo Teatro -, in cui il teatro si mostra quale luogo dove è possibile vedersi attraverso e far transitare il desiderio di verità".
   

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