"Dopo la tragedia di Avellino (28
luglio 2013, 40 morti) ci fu l'input dell'ingegnere Castellucci
di fare una mappatura di tutti i 'cigni neri' e cioè i rischi
anche improbabili della rete autostradale". È questo il motivo
per cui venne introdotto nel 2013 nel catalogo dei rischi, in
cui il ponte Morandi veniva indicato "a rischio crollo per
ritardate manutenzioni", l'ipotesi "catastrofale". A raccontarlo
in aula, al processo per il crollo del ponte Morandi (14 agosto
2018, 43 vittime), è Alessandro Loconsole, in Aspi dal 2008 al
2015, ingegnere che lavorò al comitato controllo rischi di
Atlantia e anche del suo superiore il risk manager, Roberto
Salvi.
Alle riunioni preliminari per la redazione del catalogo
"Castellucci era sempre presente, leggeva tutti i documenti,
chiedeva modifiche o approfondimenti. Aveva un modo di fare
diretto, pesante, faceva sfuriate se c'era qualcosa che non
andava bene, era difficile avere in contraddittorio", ha detto
Loconsole. "Con Castellucci non era possibile interloquire - ha
rimarcato Salvi - non mi potevo permettere di dire che non ero
d'accordo. Nel 2015 ci fu una riunione, non fu gradita una nuova
metodologia da me ideata che avrebbe dettagliato i motivi di
rischio, Castellucci fu molto duro, per lui venivano fuori
troppi rischi, emergeva troppa quantità, poteva spaventare il
lettore".
Il Polcevera, secondo Loconsole, era un viadotto "particolare,
andava manutenuto in modo particolare e l'unico modo per farlo
crollare era ritardare le manutenzioni". Il pm ha chiesto poi al
testimone perché poi la dicitura, per il Morandi, "rischio
crollo per ritardare manutenzioni" sparisce e diventa solo
"rischio crollo". "Perché parlare solo di ritardi delle
manutenzioni - ha detto Loconsole - escludeva altre tipologie di
eventi che potevano fare crollare il viadotto". Salvi ha
spiegato che chiese a Di Taddeo (uno dei 58 imputati) quale
opera potesse avere un evento catastrofale. "Mi disse che
l'unica opera era il Morandi, perché insisteva sulla ferrovia e
sulle case ed era un'opera degli anni '60, che aveva avuto
interventi in passato e che c'era in programma un progetto di
rafforzamento da fare partire alla fine del 2018. Non mi disse
che c'era un'emergenza".
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