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Laika, la mia arte è azione, la mia rabbia sul muro

Laika, la mia arte è azione, la mia rabbia sul muro

Street artist romana si racconta senza maschera

ROMA, 17 ottobre 2022, 17:26

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La giacca a vento bianca, i pantaloni tecno arancioni, la parrucca rosso fluo, i guanti di gomma, la maschera bianca sul viso: non passa inosservata per quanto voglia mantenere sconosciuto il suo aspetto e la sua vera identità. In pochissimi anni Laika è diventata tra le più note street artist italiane. Nel 2019 il poster sul calciatore Daniele De Rossi a Testaccio prima della sua ultima partita con la Roma 'In hoc signo vinces', diventato immediatamente virale, le ha dato la prima popolarità e non solo tra i tifosi romanisti come lei. Il nome d'arte è un omaggio alla cagnetta che salì nello Sputnik nel 1957 e se le chiedi come si definisce, risponde 'attacchina'. Tutto questo, come si vede anche nel film a lei dedicato 'LIFE IS (NOT) A GAME' presentato alla Festa di Roma, opera prima di Antonio Valerio Spera, è riduttivo e la sua arte è diventata davvero molto altro. Come Banksy ("il numero 1"), come TvBoy ("lo ammiro tantissimo"), come Maupal ("il suo Papa è un uomo dolcissimo"), Laika è una artista di strada il cui messaggio arriva forte e chiaro ed è (quasi) sempre di protesta, "è incredibile la potenza che può avere un poster sul muro a smuovere le persone, a farle sentire coinvolte", dice in un'intervista all'ANSA. "Il messaggio per me - prosegue - viene prima del lato artistico. E' una vera e propria azione con effetti immediati, fin che sta lì sul muro dove cammini non puoi evitarlo, ti fa pensare". Accanto ai migranti, facendo abbracciare Giulio Regeni e Paki, svelando la fake news dei cibi cinesi nei primi giorni della pandemia, Laika scardina le convinzioni comuni, si espone, 'fa politica'.
    Il film documenta il suo impegno accanto ai rifugiati della rotta balcanica, a chi tenta "il game"(come si dice in gergo il tentativo di attraversare il confine con la Croazia). Laika all'inizio del 2021 è stata lì per denunciare le atroci condizioni di vita dei migranti e poi nell'aprile del 2022 è stata in Polonia, al confine con l'Ucraina. Quel lavoro a Przemysl s'intitola 'All refugees welcome!' e raffigura bambini in fuga da ogni guerra.
    Life is (not) a game sarà distribuito a gennaio 2023 da Kimera Film e Morel.
   

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