Paolo Petroni
Lunghi applausi con la platea in
piedi per ''Moebius'', strabiliante esibizione della compagnia
francese XY che ha aperto la nuova, XXXVI edizione di RomaEuropa
che torna in presenza con attenzione alle regole anti Covid in
vigore, con 89 appuntamenti di teatro, musica e danza sino al 21
novembre in venti diversi spazi.
Strabiliante perché ha proposto una coreografia firmata da
Rachid Ouramdane (nuovo direttore del celebre Theatre de
Chaillot) tutta di una fisicità e difficili esercizi tra
movimento e arditi equilibrismi circensi e corpi che sembrano
volare, di gran vigore e forza ma risolti con leggerezza e
eleganza. Un muoversi organico e armonico che nasce, come è
stato spiegato, dall'osservazione degli stormi di uccelli che si
muovono tutti all'unisono in cielo e che è necessario su un
palcoscenico in cui interagiscono in tanti (diciannove
danzatori-acrobati di dodici nazionalità) così che quella che
dalla platea può talvolta apparire confusione in realtà, visto
probabilmente dall'alto, mostrerebbe una sua precisa geometria
se tutto fila liscio, col gruppo che corre in varie direzioni,
allargandosi e stringendosi, saltando o crollando, veloci o al
rallenty, accompagnati da una suadente musica elettronica, su
cui talvolta si sovrappongono cinguettii di uccelli.
Sul palcoscenico nudo solo corpi, non ci sono scenografie e i
costumi, calzoni e magliette, sono essenziali per lasciar liberi
i movimenti e l'unico segno di forza sono certi lacci neri ai
polsi di molti degli acrobati per sostenere lo sforzo (è dalle
mani e sulle mani che partono e atterrano spesso i compagni). Il
titolo ''Moebius'' rimanda al modello matematico del Nastro
dell'omonimo astronomo tedesco di inizio Ottocento, ideatore di
una superficie che ha un solo lato e un solo bordo senza dentro
o fuori, sopra o sotto, in una sorta di continuum cui Ouramndane
dice di essersi ispirato e che rimanda anche appunto alle forme
che prendono gli stormi di uccelli in volo.
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