Ci sono
magazzinieri, addetti alla produzione, carrellisti, ingegneri
meccanici, ma anche lavoratori dell'indotto oggi in presidio
davanti ai cancelli della Wartsila di Bagnoli della Rosandra.
Tante storie di vita e professionalità diverse, ma che rischiano
di avere tutte lo stesso epilogo, dopo l'annuncio di 450 esuberi
da parte della dirigenza. Manuel e Marco lavorano all'impianto
produttivo da circa 16 anni. Con loro ci sono anche altri
colleghi, tutti con un impiego in Wartsila da più di dieci anni.
"E ora come pagheremo il muto e l'affitto?", si chiedono
parlando tra loro.
Enrico, 51 anni, ingegnere meccanico, è entrato in azienda
nel 2008, ma il suo legame con lo stabilimento ha origini
lontane. "Mio padre si trasferì qui nel 1971 da Torino, quando
gli impianti erano di Grandi Motori Fiat. In famiglia abbiamo
vissuto la storia di questo sito produttivo, con i suoi alti e i
suoi bassi. Ci sono stati momenti difficili ma mai si era detto
'chiudiamo la produzione'". Enrico è impiegato nel reparto
qualità e certificato motori, ora rischia il posto. E' sposato e
ha due figli adolescenti. "A Trieste è difficile trovare un
altro impiego affine alle mie competenze. Potrei dover cercare
altrove, anche all'estero", con ripercussioni dunque sulla vita
familiare. All'ombra dei gazebo allestiti davanti ai cancelli
della Wartsila, ci sono anche i rappresentanti sindacali.
Appoggiata a un tavolino c'è una bacheca con date e orari e
una lista per le prenotazioni, chi vuole può aggiungere il
proprio nome e dare la propria disponibilità per proseguire il
presidio a oltranza nei prossimi giorni.
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