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Alla Fondazione Cini disegni fantastici della Venezia di Buzzi

Alla Fondazione Cini disegni fantastici della Venezia di Buzzi

Rassegna dedicata a luce più che pietre

VENEZIA, 13 maggio 2021, 20:36

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Venezia è fatta di luce più che di pietre" dice Luca Massimo Barbero, e Tomaso Buzzi, architetto, come i grandi artisti dal '600-'700 lagunare, da Tiepolo a Canaletto e Guardi, su su fino al '900 con le pennellate di De Pisis, questa essenza della città sull'acqua ha saputo affidarla a centinaia di disegni schizzati con penne, acquarelli, matite, china e carboncino su fogli volanti o taccuini. Una novantina di questi lavori, ora fatti dal vero ora a memoria, sempre portatori di una visione propria dell'autore, sono presentati nella mostra alla Biblioteca del Longhena, alla Fondazione Cini, a Venezia (20 maggio-1 agosto).
    "Venezia è tutta d'oro. Tomaso Buzzi: disegni 'fantastici' 1948-1976", è il titolo dell'esposizione curata da Valerio Terraroli, che riunisce disegni ed acquarelli provenienti dalla collezione Pieri di Milano e dalle raccolte dell'Istituto di Storia dell'Arte della Cini. Suddivise in sezioni, senza un ordine cronologico ma su base tematica, le opere di Buzzi offrono uno spaccato quanto mai personale di Venezia, dove la dimensione architettonica non è mai elemento dominante, ma lascia spazi a squarci - vere e proprie istantanee delle città su cui spesso annotava pensieri o propositi per opere future poi rimaste nel solo pensiero - ora apparentemente quotidiani - le feste, i matrimoni, i concerti, piazza San Marco, la Basilica della Salute - ora immagini fantastiche, come gli angeli o l'edificio della Salute appoggiato tra i fogli dell'architetto.
    Il tutto, a creare "una mappa mnemonica" capace di offrire all'osservatore - è stato sottolineato - "i diversi rivolti in cui si espande il pensiero di Tomaso Buzzi, definito a suo tempo 'il più colto degli architetti'". A Venezia, tra l'altro, Buzzi (1900-1981), ha lavorato in più occasioni, sia alla Vetreria Venini (1932-34) sia a Palazzo Cini, dove creò una stanza ovale in stile rococò e l'aggiunta della scala a chiocciola. Nelle sua poliedrica attività, ha poi realizzato progetti in varie parti d'Italia e del mondo e dato vita a Montegabbione, vicino a Terni, a un laboratorio teso alla realizzazione di una propria città ideale.
   

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