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Restauro e riallestimento, riapre Orsanmichele

Restauro e riallestimento, riapre Orsanmichele

Dopo un intervento di 400 giorni tornano fruibili chiesa e museo

FIRENZE, 15 gennaio 2024, 18:47

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Restauro, messa in sicurezza e riallestimento del museo: dopo oltre un anno di lavori e un investimento di circa 1,1 milioni, il complesso di Orsanmichele a Firenze è pronto a riaprire al pubblico il 19 gennaio (sarà visibile tutti i giorni, eccetto il martedì).
    Durante i 400 giorni di chiusura, la chiesa e il museo di Orsanmichele sono stati sottoposti a una serie di operazioni di restauro e manutenzione straordinaria delle sculture, dei dipinti murali, dei paramenti lapidei e di alcune statue. Nel nuovo allestimento, le 13 statue che originariamente si trovavano nelle nicchie esterne, realizzate da artisti come Lorenzo Ghiberti, Donatello, Andrea del Verrocchio, Baccio da Montelupo e Giambologna, tornano a interagire con il pubblico grazie a strutture che le tengono sollevate, incorniciandole con un fondale che ripropone proprio la collocazione nei tabernacoli esterni. In chiesa è stata fatta la spolveratura integrale del tabernacolo dell'Orcagna, dell'altare con il gruppo della Vergine con Bambino e Sant'Anna di Francesco da Sangallo e della tavola di Bernardo Daddi. Nella parte absidale si è proceduto al restauro delle pareti e al ripristino degli intonaci. Inoltre, grazie alla rimozione della vecchia sagrestia addossata alla parete nord-est, sono tornate visibili alcune porzioni degli affreschi raffiguranti San Domenico e San Francesco. Sono stati poi restaurati i basamenti dei sei pilastri delle campate, le pitture delle facce di tre pilastri raffiguranti San Giovanni Evangelista, San Barnaba e San Pietro, ed è stata condotta una campagna di manutenzione delle volte. Durante i lavori al museo, è stato possibile intraprendere alcuni interventi di restauro e manutenzione straordinaria di opere come la statua del Sant'Eligio di Nanni di Banco, del San Matteo di Lorenzo Ghiberti, di due bronzi di Santo Stefano di Ghiberti e del San Giovanni Evangelista di Baccio da Montelupo. In vista del riposizionamento dei Quattro Santi Coronati, è stato restaurato l'antico frontone in marmo, rimasto fratturato in seguito al trasferimento dell'opera dal tabernacolo al museo nel 2001.

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