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Gli Uffizi mettono in mostra una antica collezione di statue

Gli Uffizi mettono in mostra una antica collezione di statue

Anche Venere dei Medici visibile da vicino e con sue 'colleghe'

FIRENZE, 11 dicembre 2023, 16:53

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le statue classiche dell'antica collezione medicea, tra cui la Venere dei Medici, che torna visibile da vicino e messa in dialogo con altre statue con lo stesso soggetto. Lo propone la mostra 'Divina Simulacra.
    Capolavori di scultura classica della Galleria', in programma dal 12 dicembre al 30 giugno 2024 nelle sale al piano terra degli Uffizi.
    Le prime opere d'arte ad entrare nel complesso museale già negli anni Ottanta del XVI secolo, furono i marmi antichi della collezione di Cosimo I, ma è a Cosimo III che si deve l'intuizione di far sistemare nella Tribuna sculture antiche di grandi dimensioni, tra cui la Venere dei Medici. Obiettivo della mostra è restituire al pieno godimento del pubblico capolavori in alcuni casi difficilmente apprezzabili da vicino e proporre accostamenti fra le diverse sculture.
    La mostra quindi propone la vista della Venere dei Medici non più da notevole distanza, come da anni impone il divieto di accesso alla Tribuna, ma anche il suo accostamento con la Venere Aurea e la Caelestis, che, sino alla fine del XVIII secolo erano esposte insieme nella Tribuna.
    La rassegna, inoltre, accosta per la prima volta singole repliche di gruppi marmorei classici come il Fauno danzante della Tribuna che ritrova la Ninfa seduta sistemata nel secondo corridoio, in modo da ricomporre il gruppo dell''Invito alla danza'. Allo stesso modo, l'Arrotino, uno degli ospiti della Tribuna, è stato avvicinato al Marsia appeso del terzo corridoio, così da restituire unità al gruppo. Infine torna visibile nella sua interezza la serie di 12 erme antiche con ritratti di filosofi, atleti, poeti e statisti greci.
    Per il direttore degli Uffizi Eike Schmidt "la mostra darà non soltanto la possibilità di vedere i massimi capolavori da ogni lato, da lontano e da vicino, con una illuminazione nuova che permette di studiare anche i resti delle antiche policromie, ma mette in evidenza anche contesti passati e oramai perduti".
   
   

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