Il caffè espresso non è solo "cosa
nostra", ma anzi un prodotto universale che in altri Paesi
registra consumi record e nuove tecniche di estrazione e
torrefazione. A svelare il lato global di questo corroborante
bere, e a smontare una sorta di tabù, è il libro "Mondo Caffè"
dei giornalisti Andrea Cuomo e Anna Muzio, con prefazione di
Luciano De Crescenzo è (coedizione Cairo - Comunica, pagg. 320,
18 euro), che al Salone del Libro in corso a Torino illustra
"storia, consumo ed evoluzione di un'invenzione meravigliosa",
come recita il sottotitolo. "Noi italiani - sottolineano gli
autori - amiamo considerarci i depositari mondiali della
cultura del caffè, i soli interpreti del "vero caffè", vale a
dire l'espresso. A partire da questo prodotto, da noi inventato
a fine Ottocento, abbiamo creato un primato che si manifesta in
un italian way of life ammirato ovunque e in un vocabolario
parlato da Napoli a New York, da Parigi a Singapore. Ma siamo
così sicuri che in Italia si beva davvero il migliore caffè del
mondo?" Il paradosso del caffè all'italiana- si legge
nell'introduzione - è questo: il 97% degli Italiani lo beve ogni
giorno, alcuni anche più volte al giorno. Ci riteniamo degli
esperti, spesso dei veri intenditori, ma siamo tra coloro che
meno sanno che cosa c'è in quella tazzina. Su questa curiosità
punta il libro Mondo Caffè, che come recita il titolo tratta la
bevanda alla caffeina e la Coffea, lapianta dai cui semi essa è
tratta, in tutti i suoi aspetti. Quello botanico e quello
economico. Quello storico e quello culturale. Quello medico e
quello godereccio. Del caffè sono raccontati i tanti pregi e i
pochi difetti, nella convinzione che si tratti davvero
dell'ingrediente che spiega e stimola l'umanità del Terzo
Millennio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA