Il progetto ha l'obiettivo di sviluppare nuovi approcci per la terapia delle malattie da prioni. Tali patologie, dette anche "encefalopatie spongiformi trasmissibili", sono malattie degenerative del sistema nervoso centrale che colpiscono l'uomo e altri mammiferi. Nell'uomo sono molto rare (l'incidenza è 1-2 casi per milione di persone all'anno) e caratterizzate da una latenza lunga, ma che, successivamente alla comparsa dei primi sintomi, portano ad una evoluzione veloce, senza cura e con esito infausto.
Iniziato nel 2018, lo studio punta a utilizzare nanoparticelle polimeriche direzionate al sistema nervoso centrale, in grado di trasportare un nuovo farmaco al cervello che può contrastare le prionosi, come la malattia di Creutzfeldt-Jakob, la controparte umana del morbo della 'mucca pazza'.
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