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Svelato il mistero delle lettere perdute di Maria Stuarda

Svelato il mistero delle lettere perdute di Maria Stuarda

Decifrato il codice segreto che la regina aveva utilizzato per scriverle

13 marzo 2023, 18:16

Leonardo De Cosmo

ANSACheck

Ritratto di Maria Stuarda (1542–1587), di François Clouet (fonte: Wikimedia Commons) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ritratto di Maria Stuarda (1542–1587), di François Clouet (fonte: Wikimedia Commons) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Ritratto di Maria Stuarda (1542–1587), di François Clouet (fonte: Wikimedia Commons) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Svelato il mistero delle lettere perdute di Maria Stuarda, la regina di Scozia che al termine di una lunga contesa religiosa e per il trono d'Inghilterra venne fatta giustiziare dalla cugina Elisabetta I. Le lettere inedite, in tutto 50, erano state scritte in codice fra il 1578 e il 1584. Sono state trovate negli archivi della Biblioteca nazionale francese. Ora due crittografi e un musicista appassionato di cifratura sono riusciti a leggerle. Pubblicata sulla rivista Cryptologia, la scoperta è considerata la più importante degli ultimi 100 anni sulla regina di Scozia.

 

 

Una delle 50 lettere perdute di Maria Stuarda, indicata con la sigla F38 (fonte: gallica.bnf.fr/BnF fr. 2988 f.38)



Maria Stuarda, o più correttamente Mary Stuart, è passata alla storia come una delle più sfortunate regnanti di sempre, vittima di rovesci di sorte di ogni tipo, nonché prigioniera per circa 20 anni della cugina Elisabetta I. allora regina d'Inghilterra. Mary divenne regina di Scozia quando aveva appena 6 giorni, in seguito alla morte del padre 30enne, e quando aveva 5 anni fu portata in Francia perché già promessa nell'ambito di una fitte rete di matrimoni combinati tra le maggiori monarchie dell'epoca. Fu regina di Francia per un breve periodo e alla morte del re dovette lasciare la Francia e fu coinvolta in una crudele guerra tra cattolici e protestanti che ruotava attraverso le dinastie di Scozia e Inghilterra. Ad appena 19 anni Maria fu fatta catturare dalla cugina Elisabetta I perché considerata una potenziale minaccia al suo regno e tenuta in prigionia per quasi 20 anni. Dalla prigionia Maria scrisse centinaia di lettere cifrate a suoi sostenitori e alle cancellerie europee e proprio a causa di queste lettere, decriptate da uno dei massimi esperti dell'epoca, venne infine condannata a morte per tradimento: fu la prima sovrana della storia moderna ad essere giustiziata.

Analizzando ora gli archivi della Biblioteca nazionale francese, sono emerse 50 nuove lettere finora sconosciute e ora decifrate. Si tratta di lettere per gran parte indirizzate a Michel de Castelnau de Mauvissière, ambasciatore francese in Inghilterra, al quale Maria chiede più volte un maggior sostegno e si lamenta delle condizioni della prigionia. In una di queste esprime l'angoscia per il rapimento di suo figlio James, futuro re Giacomo I. "E' una scoperta davvero entusiasmante", ha commentato uno dei tre autori, George Lasry, scienziato informatico e uno dei coordinatori di Decrypt, un progetto che coinvolge molte università in Europa con l'obiettivo di mappare, digitalizzare, trascrivere e decifrare il maggior numero di materiali storici criptati. 50 nuove lettere che permetteranno di fare luce su alcuni aspetti della prigionia di cui sfuggono ancora molti dettagli: "Questa è la scoperta più importante su Mary Stuart da 100 anni", ha commentato John Guy, uno dei massimi esperti sulla storia della ex sovrana di Scozia.

Buona parte degli scambi epistolari di Maria erano cifrate con tecniche molto evolute, che conobbero grande popolarità proprio in quegli anni e che venivano ritenute praticamente inviolabili. Proprio nel tentativo di decifrare le lettere di Maria, lo studioso Thomas Phellipes sviluppo e migliorò nuove tecniche che permisero non solo di leggere le missive della prigioniera e farla poi condannare a morte, ma di rivoluzionare l'intero settore della crittografia. Le nuove scoperte fatte da Phellipes obbligarono a trovare infatti nuove migliori tecniche per cifrare i messaggi segreti.

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