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Il web e 4 app contro le demenze, al via il progetto e-memory care

Il web e 4 app contro le demenze, al via il progetto e-memory care

A Roma e Milano su 10000 persone. Promosso da medici e associazioni

ROMA, 03 ottobre 2023, 19:26

Redazione ANSA

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Un test basato sull 'intelligenza artificiale, messo a punto al Mit, riesce a prevedere la progressione del morbo di Alzheimer nei due anni successivi (fonte: Christine Daniloff, MIT) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un test basato sull 'intelligenza artificiale, messo a punto al Mit, riesce a prevedere la progressione del morbo di Alzheimer nei due anni successivi (fonte: Christine Daniloff, MIT) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un test basato sull 'intelligenza artificiale, messo a punto al Mit, riesce a prevedere la progressione del morbo di Alzheimer nei due anni successivi (fonte: Christine Daniloff, MIT) - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Parte da Roma e Milano il nuovo progetto 'e-memorycare' contro le demenze: si tratta di una piattaforma digitale e quattro app che somministrano 'allenamenti' specifici per salvaguardare il benessere psico-fisico dei pazienti. Il progetto coinvolge per ora 10.000 persone che riceveranno gratuitamente il trattamento. È patrocinato da Senior Italia FederAnziani, Asi e Vitattiva, ed è stato presentato a Roma alla presenza dei sottosegretari alla Salute, Marcello Gemmato, e all'Ambiente Claudio Barbaro.
    Sono oltre 4,2 milioni le persone che nel nostro Paese soffrono di problemi di declino cognitivo (solo 600 mila sono quelli affetti da Alzheimer). Il 53% degli italiani, secondo un'indagine Senior Italia FederAnziani, dichiara di avere molta paura che una forma di demenza possa colpire un caro parente/amico. E-MemoryCare è una metodica che ricorre all'uso delle nuove tecnologie. Attraverso una piattaforma digitale e quattro diverse App sono creati degli appositi esercizi per "allenare" il cervello delle persone a rischio. Sono interventi che agiscono su diverse sfere (mnemonica, conoscitiva, sociale, comportamentale e relazionali) con l'obiettivo di rallentare il declino cognitivo che è alla base delle varie forme di demenza.
    Presto la metodica sarà estesa anche ad altre città ed è prevista un'attività di promozione sui social media. Il progetto è sostenuto e promosso, tra gli altri, da Sin (Società Italiana di Neurologia), Cnop (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi), Sinpf (Società di Neuropsicofarmacologia), Fimmg (Federazione Medici di Medicina Generale).
    "È una modalità innovativa d'intervento e può fornire ottimi risultati - aggiunge Claudio Mencacci, presidente Sinpf e copresidente Società Italiana di Psichiatria Geriatrica -.
    Sfruttando le ultime tecnologie è in grado di creare un contatto diretto e proficuo tra pazienti e medici. Assicura inoltre risparmi rilevanti al Sistema sanitario nazionale in quanto previene ricoveri e interventi nelle strutture di degenza".“L’Italia è uno dei Paesi più anziani dell’intero Pianeta - sottolinea Alessandro Padovani, Presidente Eletto della Società Italiana di Neurologia e Direttore della Clinica Neurologica e della Scuola Specialità in Neurologia dell’Università di Brescia -. La demenza è una malattia neurodegenerativa che può insorgere già tra i 40 e i 60 anni ma senza dubbio interessa maggiormente la terza età. Compromette in modo più o meno grave l’attenzione, la memoria, il linguaggio, il pensiero, la percezione, le capacità esecutive, la velocità di elaborazione, il ragionamento e l’apprendimento. Il declino cognitivo è una condizione sempre più diffusa e dal momento che cresce costantemente l’età media della popolazione”.  In totale "sono più di 13 milioni gli over 65 che vivono in Italia - aggiunge Vincenzo Paglia, Presidente dell'Accademia Pontifica per la Vita e Presidente Onorario di Senior FederAnziani -. Uomini e donne non più giovanissimi che presentano però ancora una buona prospettiva di vita ma anche diverse fragilità. C'è perciò bisogno di un maggiore impegno da parte di tutti per tutelare gli anziani e la loro salute". 
   

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