La sanità, già sotto stress per la
pandemia, deve lottare anche contro gli attacchi informatici che
sono diventati più frequenti con l'esplosione dell'emergenza
globale. Secondo il rapporto 'Cost of a Data Breach'
commissionato da Ibm al Ponemon Institute, mediamente una
violazione dei dati personali è arrivato a costare, nel corso di
quest'anno, 7,13 milioni di dollari alle casse dell'azienda
colpita.
La maglia nera va agli Stati Uniti, dove il costo medio è
pari a 8,64 milioni di dollari, con una crescita del 5,5% su
base annua. In Europa invece chi paga di più questo tipo di
attacchi è la Germania (4,45 milioni di dollari); l'Italia a
metà classifica (3,19 milioni). Ma i record negativi per il
settore sanitario non sono finiti: infatti si tratta anche di
quello in cui occorre più tempo per scoprire una violazione, con
una media di 329 giorni.
Infine, il 52% delle violazioni di dati è causato da
attacchi volontari di hacker o malintenzionati, mentre il 23% è
dovuto a errori umani e il 25% da un mix delle due cause.
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