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Dente estratto,base per ricostruire l'osso in bocca paziente

Dente estratto,base per ricostruire l'osso in bocca paziente

Esperta SIdP, reso in granulato si applica prima di un impianto

ROMA, 27 luglio 2022, 15:55

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un dente del giudizio che non serve più o che deve essere estratto, o un qualunque altro elemento dentale che è stato necessario rimuovere per problemi parodontali rappresentano oggi un potenziale tesoro per il paziente grazie alla possibilità di sfruttare il materiale dentale per trasformarlo in materiale da innesto osseo. Infatti nello strato di dentina sono presenti importanti 'fattori di crescita' in grado di stimolare lo sviluppo di nuovo tessuto osseo là dove serve nella bocca del paziente.
    È quanto spiega Silvia Masiero, coordinatore della Commissione editoriale della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP).
    Nella pratica clinica, quindi, da un dente rimosso è possibile ottenere una sorta di granulato che può essere applicato dall'odontoiatra nella bocca del paziente nel punto in cui serve rigenerare osso, il tutto anche nella stessa seduta dentistica in cui si è proceduto all'estrazione del dente. Le potenzialità dei denti sono enormi: "È sorprendente - sottolinea l'esperta - ma un dente può essere conservato per anni, addirittura, secondo gli studi di Tyede Schmidt-Schultz e di Michael Schultz dell'Università di Goettingen in Germania, per migliaia di anni, senza che si alterino le sue caratteristiche, cioè la presenza di proteine specifiche dell'osso del singolo individuo".
    Un gruppo di ricercatori dell'università di Milano nel 2014 ha iniziato una sperimentazione e nel 2020 ha pubblicato un libro che raccoglie 8 anni di studi in questo campo dimostrando che non solo il dente - se opportunamente trattato - si trasforma in osso, ma addirittura contiene proteine che stimolano la produzione di nuovo osso. In pratica, si ha una rigenerazione spontanea del supporto osseo che era venuto a mancare. Il tutto senza dover introdurre materiali estranei al paziente e con tempistiche ridotte della formazione di nuovo osso. "L'aspetto più interessante - sottolinea Masiero - risulta essere la formazione di osso di alta qualità in tutto e per tutto identico a quello circostante nativo. L'approccio è promettente ma va sottolineato che le tecnologie emergenti necessitano di approfondimenti e conferme supportate da trial clinici, fondamentali per l'evidenza scientifica e per la valutazione della predicibilità dei risultati".
   

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