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Vaiolo delle scimmie: 35mila casi in una settimana. Oms: "Contagi in crescita del 20%"

Vaiolo delle scimmie: 35mila casi in una settimana. Oms: "Contagi in crescita del 20%"

Ghebreyesus nel corso della conferenza stampa dell'Oms fa il punto della situazione. Rilevati casi asintomatici a Parigi. I medici francesi: "Così è più difficile controllare la diffusione del virus"

ROMA, 18 agosto 2022, 12:50

Redazione ANSA

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Circa 35mila i casi di vaiolo delle scimmie da 92 Paesi, con 12 decessi. Circa 7.500 sono stati registrati la scorsa settimana, il 20% in più delle settimana precedente quando l'incremento era stato del 20%. Lo ha riportato il direttore generale dell'Oms, Tedros Ghebreyesus nel corso della conferenza stampa dell'Organizzazione mondiale della sanità. La maggior parte dei casi da Europa e America

Il vaiolo delle scimmie in alcuni pazienti potrebbe non presentare sintomi evidenti e ciò potrebbe rendere più difficile contenere la diffusione del virus. Il timore circola nella comunità scientifica dall'inizio dell'epidemia, ora nuovi indizi arrivano da un'indagine condotta all'Hôpital Bichat-Claude Bernard di Parigi e pubblicata su Annals of Internal Medicine. I medici francesi hanno sottoposto a test per il vaiolo delle scimmie i tamponi rettali di 200 persone che svolgevano regolarmente controlli per altre malattie infettive nella struttura sanitaria. Di queste, 13 sono risultate positive al vaiolo delle scimmie pur non avendo mai presentato alcun segno caratteristico della malattia. Due di essi, nei giorni successivi ai test, hanno avuto manifestazioni della malattia, ma i rimanenti 11 sono rimasti completamente asintomatici. Non è la prima volta che emergono casi di persone asintomatiche positive al vaiolo delle scimmie: a fine giugno, per esempio, tre casi erano stati riportati da ricercatori di una clinica belga in uno studio su the Lancet. A oggi non è chiara l'estensione del fenomeno. Inoltre "non è noto se la positività indichi una diffusione virale tale da portare alla trasmissione dell'infezione", spiegano i ricercatori. Se così fosse, sarebbe più difficile interrompere le catene di contagio: per esempio "la pratica della vaccinazione ad anello intorno a persone sintomatiche con infezione da vaiolo delle scimmie potrebbe non essere sufficiente per contenere la diffusione", scrivono.



   

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