Ogni anno nascono nel mondo circa 15
milioni di neonati prematuri: in Italia sono più di 30.000 (il
6,9% delle nascite), tasso che è aumentato all'11,2% nei parti
da donne con infezione da Sars-Cov-2. Sebbene il loro tasso di
sopravvivenza sia in continuo miglioramento, la nascita
pretermine rimane una sfida sempre attuale ed esistono grandi
disomogeneità nelle cure. L'Efcni, la European Foundation for
the Care of Newborn Infants ha realizzato il progetto degli
European Standards of Care for Newborn Health, alla cui stesura
ha collaborato anche la Sin (Società italiana di neonatologia),
per assicurare cure neonatali eque e di elevata qualità.
Gli Standard assistenziali europei per la salute del
neonato, presentati oggi al Ministero della Salute insieme agli
Standard organizzativi per l'assistenza perinatale, sono un
progetto interdisciplinare per la cura dei neonati prematuri,
realizzato, da un gruppo di lavoro internazionale ed
interdisciplinare di 220 esperti provenienti da più di 30 Paesi
ed è stato supportato da 108 società e associazioni sanitarie e
da 50 organizzazioni di genitori.
Sono stati affrontati undici argomenti chiave, fornendo
nuove idee e soluzioni per risolvere le disparità nelle cure dei
neonati e quindi nelle loro opportunità future. Gli elementi
affrontati vanno dalla sicurezza del paziente e pratiche di
igiene alle procedure per prendersi cura; dalla nascita e
trasferimento del neonato al controllo e alle cure post
dimissione.
L'Italia è stato il primo Paese europeo che ha tradotto gli
standard nella propria lingua, grazie alla collaborazione tra la
Sin e Vivere Onlus Coordinamento Nazionale delle Associazioni
per la Neonatologia e al coordinamento della neonatologa Gina
Ancora.
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