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8 marzo: Dalla medicina al giornalismo, i numeri del gender gap

8 marzo: Dalla medicina al giornalismo, i numeri del gender gap

'Per soli uomini. Il maschilismo dei dati'

07 marzo 2021, 23:25

Redazione ANSA

ANSACheck

gender gap , foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

gender gap , foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
gender gap , foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dalla medicina alle infrastrutture dall’urbanistica, passando per come sono progettati i mezzi pubblici (e persino le missioni NASA), sono decine i campi in cui un'interpretazione dei dati “al maschile” porta a continue (e a volte pericolose) discriminazioni per le donne. Alcuni esempi?
- Il 29 marzo 2019 le astronaute Christina Koch e Anne McClain avrebbero dovuto completare la prima, storica, passeggiata nello spazio di sole donne. Avvenuta poi con successo, ma alcuni mesi più tardi del previsto, il 18 ottobre. L’evento è stato molto pubblicizzato dalla NASA: un piccolo passo per la donna, un grande traguardo per la parità. Ma qual è il motivo di questo ritardo? Il 26 marzo 2019 la NASA è stata costretta a emanare un comunicato che annuncivaa la cancellazione della passeggiata: spiacenti, ragazze, ma nella Stazione Spaziale Internazionale non abbiamo due tute della vostra taglia. Si resta a bordo. Va detto che, come per i motociclisti, la vestibilità è fondamentale, perché le protezioni integrate nella tuta devono essere perfettamente posizionate per impedire all’astronauta di subire danni fisici o faticare troppo consumando più aria e che Koch, solo dopo la sua prima passeggiata di allenamento, si era accorta di avere bisogno di una tuta più piccola. Le tute statunitensi, però, esistevano solo nella taglia M, L e XL, perché in seguito ai tagli di budget e all’esiguo numero di astronaute negli anni Novanta si è smesso di produrre le S e le XS. Il design è un forte agente di cambiamento, perché il modo di progettare gli oggetti di uso quotidiano definisce pure chi li utilizza e come. Senza dimenticare che in ballo c’è anche, e più concretamente, la sicurezza. La NASA lo ha capito e ha presentato i nuovi prototipi delle tute spaziali per la prima donna sulla luna: «Si tratta di uniformi non women only, ma pensate» ha spiegato il direttore della NASA Jim Bridenstine, «in modo che persone di ogni forma, dimensione e genere possano indossarle». Appuntamento nel 2024 con il programma Artemis.
- Il primo cuore artificiale era compatibile con l'86% dei pazienti maschi ma per appena il 20% delle donne.
- Secondo il Bureau of Labor Statistics, leader di mercato nello sviluppo di soluzioni AI commerciali, negli Stati Uniti appena il 18% dei laureati in computer science è una donna, nonostante il settore sia affamatissimo di candidati e destinato a crescere del 19% entro il 2026. La situazione in Europa e in Italia non è migliore ed è particolare rispetto alle STEM. «Nel nostro ateneo, ingegneria biomedica registra un 50% di studentesse, matematica il 30%, informatica appena il 10% e per meccanica e automazione siamo al 6%. Gli atenei olandesi ed elvetici con i quali ci confrontiamo registrano sperequazioni analoghe. In più, già al primo anno e a parità di competenze e ruoli, le ragazze hanno spesso salari più bassi rispetto ai colleghi maschi» continua Sciuto [prorettrice del Politecnico di Milano]. «Noi donne dobbiamo imparare a negoziare meglio le nostre posizioni, ma si tratta anche di un difetto del sistema. Una nostra indagine ha mostrato che, per profili analoghi su LinkedIn, le donne ricevono sistematicamente offerte più basse. A me, per esempio, vengono ancora proposti posti da cassiera in banca, nonostante faccia parte del consiglio della Banca d’Italia».
- E non va certo meglio nel campo del giornalismo. Negli ultimi 15 anni le giornaliste italiane sono numericamente cresciute in maniera significativa, ma restano penalizzate rispetto ai colleghi. Compongono ormai oltre il 40% della categoria professionale, ma nel migliore dei casi gli articoli in prima pagina firmati da una donna sono ancora soltanto il 20%. In effetti, le donne rappresentano più del 50% dei laureati nei corsi di studio legati ai media, ma meno della metà della forza lavoro del settore. È la fotografia scattata dal rapporto EIGE (European Institute for Gender Equality). Poi, c’è il tema dell’inquadramento contrattuale delle giornaliste. II Rapporto dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) del 2017 sul mondo del giornalismo indica che oggi le donne rappresentano il 41,6% delle occupate del settore: otto su dieci sono freelance, con poca protezione e salari molto bassi (meno di 10.000 euro all’anno, secondo il Rapporto LSDI sul giornalismo in Italia), e rientrano più facilmente nella categoria dei precari.

I NUMERI DEL GENDER GAP
75% le possibilità in più di sviluppare reazioni avverse a un farmaco
29,1 giorni: la vera durata media del ciclo
1.669 i geni del cromosoma X
280 anni per la parità nella computer science a livello globale
43% il gap di genere italiano nella ricerca
230% il tempo in più che serve alle donne per usare il bagno
8% strade intitolate a donne in Italia
75% la quota di lavoro non pagato di care giving di cui si fanno carico le donne
66% degli utenti abituali dei mezzi pubblici sono donne
70% le probabilità in più che Google capisca la voce maschile rispetto a quella femminile
17% di rischio in più di morire se coinvolta in incidente stradale
2% del finanziamento di venture capital è concesso a società guidate da donne
85% delle decisioni riguardanti gli acquisti sono presi da donne

Sono solo alcuni dei dati che emergono all’interno del libro "Per soli uomini. Il maschilismo dei dati, dalla ricerca scientifica al design” (Codice Edizioni) della giornalista Emanuela Griglié e del collega Guido Romeo. Numeri ancora più pesanti da leggere in occasione della Giornata Internazionale della Donna l'8 marzo 2021.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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