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Cosa vogliono le donne dal lavoro? Basta luoghi comuni, le imprese con loro ci guadagnano

Cosa vogliono le donne dal lavoro? Basta luoghi comuni, le imprese con loro ci guadagnano

Imperano le disuguaglianze. Come attrarre i talenti al femminile in ambito tecnico-scientifico

07 agosto 2020, 13:22

di Agnese Ferrara

ANSACheck

un amichevole team al lavoro . foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

un amichevole team al lavoro . foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
un amichevole team al lavoro . foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nonostante la grande attenzione mediatica sui talenti al femminile col pallino per le materie tecnico-scientifiche (motore per l’innovazione e la crescita dei paesi), imperano le disuguaglianze. Invece, quando i team di manager sono composti da uomini e donne, le imprese hanno il 21% di possibilità in più di essere più redditizie e le company con una ‘cultura di parità’ (che include supporti per l’eguaglianza di genere) raggiungono livelli di innovazione tre volte superiori alle altre concorrenti gestite solo da uomini (fonte report McKinsey e Accenture 2019).
Si parla di croniche disuguaglianze di genere in moltissimi campi lavorativi e sono stati più volte accertati i motivi principali che frenano le donne con la passione per la scienza e la tecnica sul lavoro, partendo dai percorsi di studi spesso inadeguati dalle elementari alle università (dove il tasso di abbandono delle iscritte è alto), dai pregiudizi nelle scuole e nei luoghi di lavoro che causano alti tassi di attrito e perfino osservando le diverse scelte che le donne e gli uomini fanno lungo i loro lunghi percorsi di carriera in questo ambito e che sono frastagliati di disuguaglianze.
Però le peculiarità e i vantaggi dei cervelli femminili sono stati carpiti dalle company di punta (la minoranza, ancora) che macinano affari e indici di borsa in rialzo mentre le altre società sono in ritardo. Alcune aziende, illuminate, hanno fissato obiettivi espliciti per assumere più donne sui ruoli critici e l'ultimo report condotto da Universum Global su 130.000 talenti al femminile di tutto il mondo cita la tedesca BASF che ha dichiarato di voler incrementare il numero dei manager donne dal 19% al 24% entro il prossimo anno. Intanto è nata una coalizione di aziende con l’obiettivo di colmare la differenza di genere nei ruoli di leadership entro il 2030. Il gruppo aderisce ad un movimento battezzato ‘Paradigm for Parity’ (https://www.paradigm4parity.com).
Come attrarre manager donne col pallino per la scienza e cambiare l’andamento che le sfavorisce? La ricetta per diventare imprese a misura di cervelli femminili (e guadagnarci) la fornisce il report di Universum Global dedicato alle giovani laureate nelle materie tecnico scientifiche a caccia di nuovo impiego. Lo studio ribalta il punto di osservazione classico sul fenomeno e lascia la parola a loro, i talenti femminili, che hanno svelato ambizioni e obiettivi di carriera che i futuri datori di lavoro dovrebbero considerare per attrarle. Il campione è composto da scienziate, ingegneri e matematiche neolaureate. Il punto di partenza è capire le diversità fra uomini e donne, si legge nel sondaggio che invita le imprese in ritardo a recuperare personale al femminile per battere la concorrenza. Se a lui il lavoro fisso interessa meno (gli uomini puntano a investire sulle imprese per guadagnare di più in futuro, anche altrove), è invece una delle principali priorità per le donne. Lui guarda ai guadagni futuri, lei preferisce una azienda che le permetta di crescere professionalmente e le resta più fedele.
Il sondaggio attesta che, mentre gli uomini cercano nei futuri datori di lavoro, prima di tutto, altri guadagni futuri (49%), poi puntano all’innovazione (48%) e all’opportunità di formazione e sviluppo personale (42%), le donne la pensano diversamente. Per loro l’opportunità di formazione e sviluppo professionale è al primo posto (45%), i guadagni futuri sono al secondo, a parimerito col desiderio di avere un’occupazione fissa (entrambi al 43%). Cercare un posto fisso viene visto come un elemento critico, in realtà è un vantaggio: “Le donne ricercano un lavoro sicuro più degli uomini, - spiegano gli autori del report. - L’interpretazione più semplice è che le donne vogliano ridurre al minimo le possibilità di licenziamento ma realisticamente significa invece che riducono al minimo il rischio di lasciare l’impresa che quindi può investire di più su di loro”. La lista dei desideri femminili prosegue e, al terzo posto, le donne vogliono un ambiente lavorativo amichevole (42%), gli uomini invece che sia creativo e dinamico (41%). Le donne cercano di instaurare buoni rapporti nel team, gli uomini se ne occupano meno.
Quali i settori lavorativi più attraenti per le donne con la passione per le materie scientifiche? I primi dieci sono: software, informatica, sviluppo multimediale e intrattenimento digitale (22%), ingegneria industriale e manifatturiera (14%), aerospaziale e difesa (14%), edilizia e ingegneria civile (13%), industria chimica (12%), farmaceutico e biotecnologico (12%), energia (12%). Seguono, all’11%, ambiti istituzionali educativi e scientifici, tecnologia hardware, arte, intrattenimento e ricreazione.
E l’annoso problema del lavoro flessibile? Le carriere in questo campo hanno la reputazione di richiedere lunghe e rigide ore lavorative e le donne sono viste come soggetti deboli, una considerazione lacunosa e superficiale anche questa. “Il problema diventa significativo per le donne che vogliono del tempo libero per la famiglia ma temono che questo possa interferire con le opportunità di carriera, - si legge nell’indagine. - Un’azienda può offrire diverse opzioni di congedo mantenendoalto il rendimento femminile ma, anche quando le company dichiarano di sostenerle, le donne affermano che l’esperienza vissuta è purtroppo diversa”. Le imprese che invece supportano le donne nelle varie fasi della vita dimostrano altissimi livelli di efficienza del personale femminile e i dati sono inconfutabili.

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