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Briganti eleganti, in mostra l'arte della moda maschile

Briganti eleganti, in mostra l'arte della moda maschile

Extra Maxxi a Roma, a cura di Dominella Mariotto Giordani Aragno

ROMA, 26 marzo 2024, 19:26

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Tante volte distrutto, tante volte risorgeva; e risorgeva spesso più poderoso" si legge in un documento di fine Ottocento sul brigantaggio. L'Ottocento è stato il secolo dei ribelli, la storia di chi, confinato ai margini, ha fatto delle bande e delle armi i capisaldi di un movimento coordinato per contrastare i cambiamenti politici in corso. La mostra-performance Briganti Eleganti (27 marzo-26 maggio), l'arte della moda maschile", patrocinata del ministero della Cultura, allestita nelle sale Extra Maxxi di Roma, racconta quel periodo storico attraverso gli abiti maschili, ma tra i suoi obiettivi, ha anche quello di porre l'accento sui temi della sostenibilità e dell'upcycling. Il percorso espositivo, che si avvale della curatela di Stefano Dominella, della consulenza storica di Bonizza Giordani Aragno, con lo styling di Guillermo Mariotto, dà vita a una scenografia disegnata dall'architetto Virginia Vianello e realizzata dallo scenografo Alessandro Catarinelli. La ricerca storica è avvenuta negli archivi di Modateca Deanna e Annamode Costumes. Il cuore pulsante della mostra, pervaso da una colonna sonora composta ad hoc da Lorenzo Lepore, Luca Valenti e Guillermo Mariotto, è il corridoio centrale. Quarantacinque creazioni, due filoni narrativi. Ecco alcuni costumi storici regionali, già in mostra nell'Expo di Roma del 1911, provenienti dall'archivio del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, che oggi fanno parte delle collezioni del Museo delle Civiltà di Roma, testimoni del "bello e ben fatto" da cui è nato il made in Italy. In fondo al corridoio, ecco le tracce di una città dallo spazio e tempo in continua contrapposizione, teatro di silenti ribelli vestiti con abiti rubati alla moda maschile contemporanea, come l'anarchia narrativa di Michele Gaudiomonte, la compostezza ribelle di Francesca Liberatore, la sperimentazione di Guillermo Mariotto, l'Alta sartoria di Caraceni, la ricerca sui volumi e sui materiali di Giovanni Cavagna, l'irriverenza di Diesel, e giovani appartenenti alla GenZ, ribelli al perfezionismo.
   
   

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