"Apprendiamo con forte
sdegno quanto é successo ieri, dinanzi al Comando provinciale
dei carabinieri di Vibo Valentia, in seguito all'arresto del
latitante di 'ndrangheta Rosario Pugliese, alias "Saro
Cassarola". Un gruppo di parenti ed amici ha accolto, tra
applausi e frasi di esortazione, il latitante nel momento in cui
é uscito dal comando per essere caricato in auto e accompagnato
in carcere". Lo afferma, in una nota, il coordinamento di Vibo
Valentia di "Libera".
"E' necessario che tutta la comunità, che il 24 dicembre
dello scorso anno ha deciso di scendere in piazza a viso aperto
e senza paura - si aggiunge nel comunicato - dia sempre maggiore
forza e continuità a quel grande sentimento di riscatto e di
partecipazione che ha pervaso quella giornata e mandato un
segnale inequivocabile: i vibonesi e i calabresi tutti sono
stanchi della protervia mafiosa. Siamo stanchi di un potere che
ci vorrebbe succubi e silenti, di una mano nera e di tutte le
diramazioni della stessa che ledono ogni diritto e cercano di
ostacolare, in ogni modo, lo sviluppo socio-economico di un
territorio che non vuole più genuflettersi. Siamo stanchi di
deferenze, connivenze e intrecci politico-massonico-mafiosi che
generano fenomeni corruttivi a danno del benessere e della
voglia di futuro di intera comunità. Una giornata emblematica in
cui voci di generazioni diverse hanno gridato all'unisono la
loro voglia di essere protagonisti del cambiamento. Di quella
ferrea voglia di affrancarsi dal giogo di un potere liberticida,
nonostante l'emergenza covid e nei limiti della stessa, abbiamo
potuto cogliere dei primi segnali di cambiamento importanti. Da
un lato, abbiamo constatato una maggiore attenzione da parte
delle Istituzioni nazionali, dopo anni di sottovalutazione e
minimizzazione. Una presa di responsabilità importante anche in
relazione ai forti ritardi che danneggiano questo territorio e
diventano humus fertile per il brulicare delle organizzazioni
criminali. Ma poi ancora, la voglia dei giovani e delle giovani
liceali che in piena e assoluta autonomia, fin quando è stato
possibile, hanno deciso di creare spazi e momenti di
approfondimento del fenomeno mafioso e corruttivo, spalancando
le porte dei loro istituti ai familiari delle vittime innocenti
delle mafie, agli imprenditori che hanno deciso di denunciare,
agli uomini e alle donne della magistratura e delle forze
dell'ordine, volendo rinnovare la gratitudine e il pieno
sostegno da parte di una generazione che, salvandosi dalla
rassegnazione, vuole dare un volto nuovo a questa terra.
Possiamo registrare inoltre, un serio interessamento da parte
delle Amministrazioni comunali per quanto concerne l'iter
riguardante i beni confiscati ed il loro riutilizzo sociale,
nodo cruciale nella lotta culturale alle mafie. E ancora, il
coraggio di imprenditori vessati che hanno sempre più fiducia
nella magistratura e nelle forze dell'ordine e decidono di
prendere la strada della denuncia, azione individuale che ha una
caratura collettiva perché libera se stessi e l'intera
comunità".
"Le scene di ieri, però - sostiene ancora Libera - ci
confermano: che il percorso è ancora lungo; che la mentalità
mafiosa non è facile da sradicare; che il culto della bellezza,
nostra arma primaria, deve essere praticato con sempre più
determinazione e caparbietà; che la sensibilizzazione non è mai
abbastanza e che non possiamo mollare, neanche per un attimo, la
presa.
E' vero anche però, che questa grande credibilità acquisita
dalle Istituzioni, frutto di uno scrupoloso lavoro e di uno
straordinario senso del dovere e vicinanza umana, e questa nuova
consapevolezza comune ci fanno protendere verso orizzonti nuovi,
di giustizia, uguaglianza e libertà. Rinnoviamo, dunque, il
nostro plauso agli uomini e le donne dell'Arma per lo
straordinario lavoro svolto quotidianamente con la certezza che,
un giorno, non dovremo più commentare eventi simili
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