Cinquant'anni fa, mentre ancora erano
in corso i funerali delle vittime della strage di Piazza
Fontana, un uomo moriva durante un interrogatorio nella questura
di Milano: era il ferroviere quarantunenne Giuseppe Pinelli,
anarchico, che cadde dal quarto piano della Questura. "Vittima
due volte - così lo ha ricordato il presidente Napolitano nel
2009 durante la Giornata per le vittime del terrorismo -, prima
di pesantissimi infondati sospetti e poi di un'improvvisa,
assurda fine". Nessuno ha pagato per questa scia di morti che ha
trasformato l'Italia inaugurando una lunga stagione di stragi e
di attentati alla democrazia.
Nel libro "L'innocente che cadde giù" (Castelvecchi editore)
le due figlie di Pinelli, Claudia e Silvia, che all'epoca erano
bambine, ripercorrono col giornalista Paolo Brogi le tappe di
una lunga storia che non ha ancora avuto giustizia. Inedita la
confessione del magistrato Gerardo D'Ambrosio, il secondo
inquirente di allora.
L'autore, Paolo Brogi, giornalista e scrittore, ha lavorato a
Lotta Continua, Reporter, l'Europeo, Il Corriere della Sera. Tra
i suoi ultimi libri "La lunga notte dei Mille", "Eroi e poveri
diavoli della Grande Guerra", "68, ce n'est qu'un début". "La
mamma ci svegliò e ci lasciammo vestire in silenzio. Era notte
fonda, faceva freddo. In casa erano arrivati degli amici per
portarci a casa loro...". Il libro verrà presentato il 13 giugno
a Milano alla Casa della cultura, alle ore 18, e a Roma in
settembre a "Moby Dick" alla Garbatella.
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