"Il ladrocinio ai danni del Sud lo
si continua a esercitare rimescolando le carte e creando
confusione. Non solo alle regioni del Mezzogiorno va appena il
40% del riparto dei Fondi del Pnrr sebbene, conti alla mano, per
l'elevato tasso di disoccupazione e il basso reddito pro-capite
la quota avrebbe dovuto essere non inferiore al 70%. Ma a un
furto che perdura già da secoli, si aggiunge oggi l'ultima
beffa". È la denuncia di Maria Muscarà, consigliera regionale
della Campania, in una interrogazione alla Regione.
"Il bando per il finanziamento per i cosiddetti Prin, progetti
di ricerca di rilevante interesse nazionale, per i quali sono
stati stanziati 741,8 milioni di euro dal Fondo investimenti
ricerca scientifica e tecnologica, prevedeva una quota del 30%
riservata a coordinatori scientifici con meno di 40 anni. Ebbene
- rivela la consigliera regionale campana - per il Ministero
dell'Università e della Ricerca, la quota per il Sud
corrisponderebbe sì al 40%, ma equivale ad appena 218 milioni.
Ovvero il 29% dei 741,8 milioni stanziati. Sbatte contro il muro
di una normativa chiara e lapalissiana la giustificazione che
prova a dare il Ministero, secondo cui il 40% non si
applicherebbe su tutta la cifra dei 741,8 milioni stanziati, ma
solo sulla parte finanziata dal Pnrr, cioè 545 milioni. Una
clamorosa bugia. Nel bando, infatti, si legge chiaramente che
ciascun progetto deve realizzare gli obiettivi del Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza. E l'ennesimo furto ai danni
del Sud è compiuto".
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