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Agricoltura: sono 8.046 i lavoratori stranieri in Basilicata

Agricoltura: sono 8.046 i lavoratori stranieri in Basilicata

Studio della Cisl, "soluzioni strutturali sul decreto flussi"

POTENZA, 29 marzo 2023, 15:39

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I lavoratori dipendenti stranieri impegnati nel comparto agricolo lucano sono 8.046 "oltre la metà" dei quali (4.359) provengono da Paesi extracomunitari "mentre sono 3.521 i lavoratori provenienti da Paesi europei". I dati dell'Inps sono stati elaborati in uno studio della Cisl lucana e si riferiscono al periodo 2012-2021.
    "Dalla ricerca - ha spiegato la Cisl - emerge che in quasi dieci anni, a fronte di una crescita del 7,5 per cento della quota di occupati stranieri in agricoltura, è quasi raddoppiata la presenza di lavoratori extracomunitari (+81,9%), mentre si è ridotta del 28,1 per cento la quota di lavoratori provenienti da altri Paesi europei. L'agricoltura assorbe poco meno della metà (42,4%) dei 18.969 occupati stranieri che lavorano in Basilicata, in linea con il dato del 2012".
    Sono state messe in luce "due tendenze principali riscontrate in Basilicata in un recente studio del Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea) sul lavoro straniero nel settore primario: la periodicità dell'impiego e l'utilizzo prevalentemente 'nelle fasi della raccolta dei prodotti, sia delle ortive primaverili, estive e autunnali, che delle coltivazioni arboree, primi fra tutti gli agrumi, l'uva e le olive'. Dalla stessa ricerca risulta che in Basilicata un peso rilevante è assunto dalle colture industriali, in particolare quella del pomodoro che vede impiegati soprattutto lavoratori immigrati dal Burkina Faso (la comunità più popolosa), dal Mali, dal Ghana, dal Sudan e dalla Costa d'Avorio. Nei settori olivicolo e vitivinicolo di entrambe le province, la manodopera straniera proviene principalmente da Tunisia, Marocco, Romania e Albania. Nel metapontino, 'alle colture ortive come fragole e angurie e a quelle arboree di agrumi e drupacee si dedicano perlopiù lavoratori dell'Europa orientale stabilitisi nell'area, come romeni, albanesi, bulgari, ma non mancano marocchini, tunisini e sudanesi'. Infine, nel settore zootecnico e agrituristico prevalgono i lavoratori provenienti da India, Tunisia ed Egitto". Secondo i dirigenti della Cisl, il decreto flussi "è ancora insufficiente a soddisfare la crescente domanda di manodopera straniera" in Italia.
   

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