Cresce la sensibilità delle imprese
italiane sui rischi e le opportunità legate al cambiamento
climatico. E' quanto emerge dal 'Global Climate Risk Disclosure
Barometer 2021' di Ey, presentato oggi a Milano, basato
sull'indagine di oltre 1.100 imprese in 42 paesi del mondo,
attive in 16 settori differenti. Nell'analisi viene indicato che
"circa il 60% delle aziende italiane" tiene conto nella loro
comunicazione pubblica delle indicazioni della Task Force sul
Clima (Tcfd), l'Organismo internazionale fondato nel 2015 dal
Financial Stability Board (Fsb). Un dato che si confronta con
una media mondiale del 70% e che sale all'84% nel Nord-Europa
dell'84%. Se si considera però la reale copertura delle
raccomandazioni della Tcfd, le imprese italiane, spiegano in Ey,
sono al 42%, un dato che appare "perfettamente in linea con
quello globale".
Tra i rischi indicati dalla Task Force sul Clima per le
imprese italiane prevalgono quelli "fisici", come le recenti
alluvioni che hanno interessato la Germania Occidentale, il
Belgio e la Cina, mentre le aree indicate dalla Task Force e
misurate dal 'barometro' di Ey riguardano la 'Governance', la
'Strategia', la 'Gestione del Rischio (Risk Management) gli
obiettivi (target) e la loro misurazione (Metrics).
Se passi avanti sono stati fatti sul fronte della
comunicazione pubblica, è ancora relativamente bassa la
percentuale di aziende che utilizza le analisi di scenario.
Secondo Ey siamo a "circa il 40%". In pratica, ad esclusione di
"poche eccezioni", l'utilizzo di analisi di scenario rimane una
pratica "ancora agli stadi iniziali".
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