(ANSA) - L'AQUILA, 28 GEN - "L'eco dato dalla stampa
all'evasione natalizia di sette ragazzi dall'istituto minorile
Beccaria di Milano, tutti fortunatamente rientrati nel giro di
pochi giorni, ha reso note le condizioni non ottimali di tali
strutture detentive, che dovrebbero essere invece un modello di
accoglienza e di rieducazione, tanto più efficace quanto
maggiore è la prossimità all'area di provenienza dei ragazzi. Si
è così riaccesa l'attenzione su un'anomalia tutta aquilana: la
presenza, nei pressi degli Uffici minorili, di un Ipm, struttura
detentiva per minori modernamente progettata e realizzata con
cospicue risorse pubbliche, che da anni è in completo
abbandono". E' la denuncia contenuta nella relazione presentata
dal presidente della Corte di Appello dell'Aquila, Fabrizia
Francabandera, nel corso dell'inaugurazione dell'anno
giudiziario.
Questa "anomalia" - si legge nel documento sull'attività nel
distretto abruzzese - obbliga i minori abruzzesi destinatari di
misure cautelari a "emigrare" in altri distretti (nei casi più
recenti Bari e Catanzaro), con dannosa interruzione dei rapporti
con i familiari e con i servizi sociali di riferimento. "Si
tratterebbe, peraltro, a quanto pare, dell'unica struttura del
centro Italia - continua Francabandera - che ben potrebbe
servire anche le limitrofe regioni di Marche e Molise, oltre che
alleggerire la pressione sulla Capitale. La riapertura di tale
struttura potrebbe, invece, costituire il primo passo di un
rinnovato interesse del Ministero per la realizzazione della
cittadella giudiziaria minorile, di cui tanto si è parlato prima
del terremoto del 2009, troppo frettolosamente abbandonata senza
alcuna progettualità alternativa; tanto che il ministero ha
addirittura dismesso in favore dell'Università alcune palazzine
che oggi potrebbero ben sopperire alle esigenze degli Uffici
minorili, sistemati in spazi del tutto inadeguati" conclude il
presidente della Corte di appello. (ANSA).