Una mostra retrospettiva dedicata
a Leonardo Cremonini (Bologna, 1925 - Parigi, 2010) è stata
inaugurata alla SimonBart Gallery di Bologna, dove sarà
visitabile fino al 31 gennaio. "Pittura di memoria, specchi e
materia pittorica", la definisce l'architetto Pietro Cremonini,
che rievoca il modus operandi del padre: "lavorava senza
progetti predefiniti, sulla tela bianca, lasciando che le
colature di colore rivelassero una loro forma e una loro
possibile chiave di lettura. Il momento della meditazione era
fondamentale, per questo dipingeva più tele contemporaneamente e
attendeva che la materia si rivelasse".
Cremonini fu il "pittore degli scrittori", come lo definì
Umberto Eco, riferendosi all'entusiasmo che la sua opera suscitò
negli anni Sessanta e Settanta in autori come Moravia, Calvino,
Buzzati. Amico di Peggy Guggenheim, Henri Cartier-Bresson,
Francis Bacon, Mario Sironi, Gino Severini, Balthus, le sue
opere sono presenti in varie collezioni d'arte nel mondo: dal
Centre Georges Pompidou di Parigi al Moma di New York,
dall'Israel National Museum di Gerusalemme al Frissiras Museum
di Atene, dalla Galleria degli Uffizi di Firenze al Museo di
Arte Moderna della città di Bologna. La prefazione al catalogo è
di Stefano Zecchi, filosofo, scrittore e già professore
ordinario di Estetica all'Università di Milano.
A Cremonini, tra i più grandi pittori figurativi del secondo
Novecento, Bologna - dove l'artista tornava periodicamente da
Parigi per brevi periodi - aveva dedicato nel 1969 una mostra
nel Museo Civico Archeologico, curata dalla Galleria d'Arte
Moderna. Un ulteriore omaggio gli era stato reso dal capoluogo
emiliano con un'antologica nel 2003 alla Pinacoteca nazionale e
all'Accademia di Belle Arti.
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