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Torna alla luce l'antica strada lastricata di Segesta

Torna alla luce l'antica strada lastricata di Segesta

Campagna scavi condotta da università Ginevra con aiuto migranti

PALERMO, 14 aprile 2023, 18:55

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PALERMO - Torna alla luce l'antica strada lastricata che tagliava Segesta. Nel corso del cantiere di scavo, condotto dall'Università di Ginevra all'interno del Parco archeologico regionale, sono stati scoperti diversi lastroni dell'antica strada che fu utilizzata fino al periodo medievale.
    Ne dà notizia l'assessorato regionale dei Beni culturali e dell'identità siciliana. Si tratta di un ritrovamento eccezionale che permetterà di riscrivere l'ampiezza dell'abitato di età ellenistica, ma già nell'orbita romana, in attività sino all'epoca medievale, come denunciano importanti frammenti di ceramica.
    Ma gli archeologi sperano in altro: si intuisce che la strada prosegua ben oltre e potrebbe condurre ad un'agorà. Sul posto stanno lavorando, a supporto di tecnici ed esperti, anche i giovani richiedenti asilo del centro Casa Belvedere di Marsala, che ha stretto un accordo di archeologia solidale con il Parco di Segesta e l'Università di Ginevra.
    Siamo nell'area della cosiddetta Casa del Navarca, nell'Acropoli sud dell'insediamento, in un sito dove si svolsero delle prime indagini nel 1992, ma lo scavo venne ricoperto. Nel 2021 si è ripreso a lavorare ed è venuta alla luce un'importante pavimentazione unica nel suo genere, una sorta di antico gioco illusorio a tessere romboidali a tre colori, "sectilia" marmorei (bianco, celeste e verde scuro) che raffigurano una sequenza concatenata di cubi dall'effetto tridimensionale. Una visione che ricorda moltissimo i Mondi impossibili creati a fine '800 da Escher. Ma anche due mensole in pietra a forma di prua e una scritta di benvenuto: sono stati questi ritrovamenti a far finora ipotizzare agli archeologi che questa fosse l'abitazione del navarca Eraclio, ricchissimo armatore citato da Cicerone nelle Verrine. La casa doveva essere una sorta di sito di avvistamento - come dimostra una torre medievale - visto che da quassù lo sguardo arriva fino all'odierna Castellammare. Ma è un'ipotesi di cui gli archeologi, la direttrice dello scavo Alessia Mistretta ed Emanuele Canzonieri, non sono convinti.
    La direzione del parco archeologico di Segesta segue da vicino i lavori che stanno consentendo di rivelare ciò che si aspettava da tempo, permettendo di cominciare a scoprire l'antica città di Segesta. Nei decenni gli archeologi hanno scoperto i simboli più importanti, ma poco si sa della città che si è capito essere stata elegante, raffinata, con decorazioni, mosaici, affreschi, sculture. L'intento, adesso, è finalmente scoprire in quale direzione Segesta aveva i suoi assi viari.
    Presto saranno possibili, con il supporto del concessionario dei servizi aggiuntivi, CoopCulture, anche visite guidate a cantiere aperto, già dal prossimo 25 aprile (giornata a ingresso gratuito nei siti della cultura).
   

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