/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Onde gravitazionali, forse l'origine nei buchi dello spaziotempo

Onde gravitazionali, forse l'origine nei buchi dello spaziotempo

Teorizzati da Einstein, ma mai visti finora

26 giugno 2018, 17:58

Redazione ANSA

ANSACheck

Rappresentazione artistica di un wormhole (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica di un wormhole (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione artistica di un wormhole (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il primo segnale delle onde gravitazionali catturato nel settembre 2015 potrebbe non essere stato emesso dalla collisione di due buchi neri, ma da oggetti molto più esotici: dei tunnel dello spaziotempo, i cosiddetti wormhole, come quello attraversato dai protagonisti del film Interstellar. È l’ipotesi, pubblicata sulla rivista Physical Review D, elaborata da un gruppo di astrofisici per spiegare alcune anomalie in contrasto con le leggi della fisica quantistica che governano il mondo delle particelle.


BR> : Animazioni degli echi generati dai segnali delle onde gravitazionali emessi da due wormhole, anziché da due buchi neri (fonte https://www.darkgra.org)

Secondo i ricercatori dell’università belga di Lovanio coordinati da Pablo Bueno e Pablo Cano, il problema è la presenza nei buchi neri di un confine, l’orizzonte degli eventi, oltre il quale questi ‘mostri cosmici’ grazie all’enorme gravità ingoiano tutto ciò che capita loro a tiro, luce compresa. Un aspetto in conflitto con le leggi della meccanica quantistica, che prevedono che le informazioni non possano essere perdute, risucchiate da un buco nero.

Gli autori della ricerca hanno quindi sostituito i buchi neri con due wormhole, privi di un orizzonte degli eventi, e hanno elaborato un modello teorico per spiegare che aspetto avrebbe il segnale prodotto da questi oggetti esotici.

“È un’ipotesi recente che si sta studiando con attenzione. Se a generare le onde gravitazionali fossero due wormhole - ha spiegato all’ANSA Paolo Pani, dell’Università Sapienza di Roma e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) - la parte iniziale del segnale sarebbe uguale, ma alla fine comparirebbero echi simili al sonar di un sottomarino”, ha aggiunto. Diversi gruppi di ricercatori, compreso quello di Pani, stanno cercando questi echi nei segnali ascoltati dai cacciatori di onde gravitazionali Ligo e Virgo. “La presenza degli echi è ancora controversa - ha chiarito Pani - perché la parte finale del segnale delle onde è molto debole”.

Un wormhole è una sorta di tunnel nello spaziotempo, come quello scavato da un bruco in una mela, che può collegare due punti molto distanti dell’universo attraverso una scorciatoia. Previsto dalla Teoria della Relatività, non è mai stato visto. Per Pani “è un oggetto ancora ipotetico, ma se fosse confermato, sarebbe una scoperta epocale, un ponte verso una nuova fisica”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza