Si moltiplicano le iniziative
dirette a impedire l'entrata in vigore dal primo febbraio in
Kosovo della misura che vieta l'impiego del dinaro serbo e di
altre valute per le operazioni in contanti, che potranno essere
effettuate solo in euro. Un divieto che suscita diffusa
preoccupazione e che renderebbe impossibili in particolare i
pagamenti di stipendi, pensioni e sussidi alla popolazione serba
del Kosovo, che vengono effettuati dall'amministrazione della
Serbia. La dirigenza di Belgrado ha parlato di una nuova
dimostrazione della volontà di Pristina di rendere sempre più
problematica la vita quotidiano ai serbi del Kosovo, inducendoli
ad andar via, in sostanza una forma strisciante di pulizia
etnica. Dopo la presa di posizione ieri del 'Quint', oggi è
stato l'ambasciatore americano a Pristina Jeffrey Hovenier a
sollecitare un rinvio del provvedimento restrittivo in un
incontro con il governatore della Banca centrale del Kosovo
Ahmet Ismaili. Per Hovenier, che ha espresso preoccupazione per
le conseguenze sociali, è necessario avere a tale riguardo un
lasso di tempo sufficiente per un periodo di transizione.
"Chiediamo che l'attuazione di tale misura venga rinviata per
consentire una efficace transizione e una comunicazione pubblica
al fine di attenuare le conseguenze negative sui cittadini", ha
detto Hovenier, come riferito dai media serbi. In precedenza
anche il Dipartimento di stato americano e il governo tedesco si
erano detti a favore di un rinvio del provvedimento restrittivo
nei riguardi del dinaro serbo in Kosovo. La questione sarà tra i
temi al centro di un incontro in programma oggi a Belgrado fra
il presidente serbo Aleksandar Vucic e l'inviato speciale Ue per
i Balcani occidentali Miroslav Lajcak, che domani si recherà a
Pristina.
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