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Kosovo: al nord nuovi raduni e proteste dei serbi

Kosovo: al nord nuovi raduni e proteste dei serbi

I nuovi sindaci albanesi scelgono altre sedi per lavorare

PRISTINA, 30 maggio 2023, 11:47

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

Nel nord del Kosovo manifestanti serbi si sono nuovamente radunati stamane davanti ai Municipi di Zvecan, Zubin Potok e Leposavic per protestare contro l'insediamento nei loro uffici dei nuovi sindaci di etnia albanese eletti nel voto locale del 23 aprile scorso. Per ora la situazione appare tranquilla, anche se è evidente una massiccia presenza di unità della polizia kosovara e di militari della Kfor, la Forza Nato in Kosovo a presidiare i punti sensibili.

Ieri a Zvecan in violenti scontri fra dimostranti, polizia e truppe Kfor sono rimasti feriti una cinquantina di manifestanti serbi e trenta militari della Nato, dei quali 11 italiani e 19 ungheresi. Il ministro degli esteri ungherese Peter Szijjarto ha detto che i 19 soldati del suo Paese rimasti feriti operavano sotto il comando italiano. Stando ai media locali, i nuovi sindaci di Zvecan e Zubin Potok non intendono raggiungere oggi i loro uffici nelle rispettive sedi municipali ma dovrebbero svolgere la loro attività in sedi distaccate situate in villaggi vicini. Il sindaco di Leposavic sembra sia rimasto bloccato ieri nella sede del Municipio, dove avrebbe trascorso la notte. Dure condanne dei gravi incidenti di ieri sono giunte nelle ultime ore anche da Eulex e Unmik, le missioni Ue e Onu in Kosovo. E proseguono le accuse incrociate tra Pristina e Belgrado, che si addossano a vicenda la responsabilità delle nuove forti tensioni e degli scontri nel nord del Kosovo. Ieri sera il presidente serbo Aleksandar Vucic ha indicato il premier kosovaro Albin Kurti e la sua politica incendiaria e ostile ai serbi quali unici responsabili di tale situazione, e ha fatto appello alla comunità internazionale e ai paesi del Quint in particolare di 'riportare alla ragione' Kurti, prima che sia troppo tardi. La presidente del Kosovo Vjosa osmani da parte sua ha puntato il dito contro le 'strutture parallele' della Serbia nel nord del kosovom, trasformatesi a suo dire in autentiche 'bande criminali' che destabilizzano la situazione al nord.

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