Ieri sera, dopo aver conferito per l'occasione onorificenze a varie personalità, compresi il presidente russo Vladimir Putin e il patriarca serbo ortodosso Porfirije, Dodik in un discorso caratterizzato da forti toni nazionalistici e identitari, ha ribadito le sue mire secessioniste auspicando un unico stato nel quale possano vivere tutti i serbi, in sostanza l'unificazione della Republika Srpska con la vicina Serbia. "Noi, che siamo stati eletti dal popolo, dobbiamo usare questo tempo per unire il popolo serbo", ha detto Dodik, rammaricandosi che una Grande Serbia non sia stata creata già nel 1918. "Vogliamo il nostro stato. E' tempo che tutti i serbi vivano in un solo stato" - ha affermato. Il 9 gennaio i serbo-bosniaci ricordano la proclamazione in quel giorno del 1992 della Repubblica serba in Bosnia-Erzegovina, un atto di secessione che apriì la strada allo scoppio pochi mesi dopo del sanguinoso conflitto armato con le altre componenti bosgnacca e croata, e che in tre anni provocò 100 mila morti e due milioni di profughi. Anche oggi l'Alto rappresentante Schmidt - che i serbo-bosniaci non riconoscono - ha condannato le celebrazioni e le tendenze separatiste in Rs, mettendo in guardia dalle gravi conseguenze che tutto ciò potrà provocare.
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